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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2010 alle ore 16:07.
Il mercato attendeva con nervoismo le parole di Ben Bernanke. «Con l'immobiliare in ritirata, la disoccupazione elevata e gli ufficiali della Federal Reserve in disaccordo sul da farsi, il presidente della banca centrale americana - scrivono gli analisti di Forex Capital Markets - è sotto una crescente pressione, perché gli operatori sono ancora "abituati" al profeta Greenspan che tutto sapeva e tutto poteva sul mercato. Ora la sicurezza "trascendentale" di Greenspan lascia spazio al secco realismo di Bernanke».
Bernanke pronto all'allentamento quantitativo
Oggi a Jackson Hole, nell'annuale simposio tra banchieri e economisti organizzato dalla Fed di Kansas City, Mr Fed ha confermato (leggi l'intervento in inglese) quello su cui mercati scomettevano. Ha detto: «Siamo pronti a interventi non convenzionali». La Fed, insomma, farà tutto il possibile per assicurare la ripresa economica: «il Fomc è pronto a fare di più se sarà necessario».
Si tratta di un segnale forte, soprattutto rispetto alla polemica sulla possibilità di acquisti di titoli di stato amricani da parte della Riserva statunitense. Com'è noto, la Fed è divisa al suo interno tra chi vuole forti interventi, sul breve periodo, e chi, al contrario, mette in guardia di fronte ai rischio di un eccesso di liquidità e di tassi per troppo tempo bassi. Seppure Bernanke non veda «un significativo rischio di deflazione», fa capire che l'allentamento quantitativo va avanti.
La ripresa è lenta
Sul fronte congiunturale, Bernanke ha indicato come l'economia statunitense ha rallentato più del previsto e il suo rilancio é «lungi dall'essere raggiunto». Il governatore ha inoltre sostenuto che l'economia Usa continuerà «a un ritmo relativamente lento» nel secondo semestre dell'anno, mentre é previsto una leggera accelerazione nel 2011. Peraltro, secondo bernanke i banchieri centrali da soli non possono risolvere i problemi economici: «Gli squilibri globali restano un problema, il credito resta stretto, la crescita è stata troppo lenta e l'occupazione troppo elevata».
Roubini: la politica monetaria sta perdendo la sua efficacia
Sulla politica monetaria della Fed è intervenuto anche Nouriel Roubini. L'economista, capace di prevedere la crisi già un anno prima del suo scoppio nel 2007, lancia l'allarme: «Non possiamo prevenire il calo dell'economia per molto tempo - ha detto -. La Fed sta finendo tutte le armi in suo possesso». «La politica monetaria sta perdendo la sua efficacia».