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Economia Aziende

Sui dealer il peso della crisi dell'auto

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2010 alle ore 08:03.

di Gian Primo Quagliano Mercoledì prossimo verranno resi noti i dati ufficiali sulle vendite di auto in agosto. Facile prevedere un risultato fortemente negativo. Finita, in marzo, anche la coda degli incentivi 2009, il mercato italiano dell'auto sta collezionando una serie di risultati sempre peggiori.
Agosto non ha certo interrotto la tendenza e nei prossimi mesi è altamente improbabile che la situazione migliori
L'unico segnale positivo che traspare dai dati è un accenno di ripresa delle vendite di auto aziendali dopo la rovinosa caduta del 2009.
Ci vuol altro, però, per contrastare la pesante caduta degli acquisti dei privati e le speranze di recupero del mercato complessivo restano così oggi affidate essenzialmente alla ripresa del l'economia e alle politiche delle case auto. La ripresa dell'economia è in atto, ma i livelli ante crisi sono ancora lontani inoltre si ricomincia a parlare di andamento a «W» e i consumatori sono particolarmente cauti.
Perché l'economia offra stimoli significativi alla domanda di auto occorre dunque ancora tempo. Quanto alle case, non hanno certo tirato i remi in barca per la crisi, ma, anzi, stanno per lanciare un consistente pacchetto di nuovi modelli. Li potremo vedere al Salone di Parigi e al Motor Show di Bologna, che nell'edizione 2010 vedrà la presenza di tutte i costruttori con poche e non significative eccezioni. L'impatto di novità e saloni sulla domanda è un fatto assodato ed in particolare, per il mercato italiano, il Motor Show di Bologna è sempre stato un tonico importante, ma gli effetti si vedranno solo nel 2011. La sorte dell'ultimo quadrimestre del 2010 sembra dunque segnata. Sarà ancora profondo rosso.
Per la verità un modo per risollevare le sorti dell'annata e gettare un ponte verso un 2011 auspicabilmente migliore ci sarebbe: nuovi incentivi statali. È questa la soluzione richiesta con grande forza dai concessionari, che sul dato negativo di luglio hanno costruito una grande campagna di comunicazione, caduta però nel vuoto di agosto. Il grido di dolore dei dealer è, tra l'altro, più che giustificato perchè il prezzo della crisi ricade soprattutto sulle loro aziende. Per le case automobilistiche infatti le difficoltà italiane possono trovare compensazione in altri paesi. I marchi premium, ad esempio, stanno facendo grandi affari in Cina e India e lo stesso Gruppo Fiat mette in casa abbondanti raccolti in Brasile e in altri mercati trainanti, senza contare le possibilità offerte dal mercato Usa.

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Ma per i concessionari la storia è diversa. Per loro non c'è la possibilità di rifarsi su altri tavoli. Devono sopravvivere in Italia ed è sempre più dura. Per la verità c'è anche un altro soggetto che non può sfuggire in alcun modo alla crisi dell'auto. È l'Erario. Se il 2010 chiuderà a quota 1.900.000 immatricolazioni solo per l'Iva vi sarà un minor gettito di entità superiore allo stanziamento che sarebbe necessario per finanziare un nuovo programma di incentivi statali. E dunque una soluzione ci sarebbe, ma Governo e Parlamento hanno altre gatte da pelare.
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