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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2010 alle ore 16:39.
Al workshop Ambrosetti di Cernobbio le relazioni industriali sono state uno dei temi che più hanno scandito le conversazioni private in riva al lago, le dichiarazioni alla stampa e gli interventi in sala. Questa mattina Emma Marcegaglia, che in sala era appena intervenuta sul tema "competitività e sviluppo", ha auspicato che Susanna Camusso, prossimo segretario generale della Cgil, non si appiattisca sulle posizioni dei falchi della Fiom.
Un auspicio che sembra nascere anche dalla storia personale della Camusso, che non è mai stata caratterizzata da posizioni oltranziste, ma anzi un passato conflittuale con i duri della metalmeccanica. E, in una ultima giornata segnata dal dibattito sulle relazioni industriali a cui hanno preso parte il giuslavorista Pietro Ichino, il vicepresidente di Confindustria con delega alle relazioni industriali Alberto Bombassei e il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, proprio quest'ultimo ha scelto di tornare sul nodo principale della riconfigurazione delle relazioni industriali e del sistema della rappresentanza: il problema della Fiat. Una questione essenziale: non a caso, l'80% dei partecipanti al voto elettronico di Cernobbio ritiene che l'accordo su Pomigliano aprirà la strada a un nuovo modello. «Ci sono forze importanti per andare avanti – ha detto a questo proposito Bonanni – anche i risultati avuti e il consenso ottenuto lasciano presagire questo». Poi, ha aggiunto: «I diritti dei lavoratori esistono se c'è una economia che sta in piedi, se ci sono le fabbriche, se ci sono i posti di lavoro. Senza i posti di lavoro, non ci sono i diritti». E, riprendendo il filo del discorso dell'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne al Meeting di Rimini, Bonanni ha ribadito come occorra «fare quel patto sociale che evocava Marchionne la settimana scorsa», spiegando che «bisogna mettersi d'accordo su come sfruttare al massimo gli impianti e rafforzare i salari. È questo che fa bene alla produttività».
E, nel giorno in cui la Marcegaglia ha ribadito che la produttività va agganciata ai salari, i quali a loro volta devono essere migliorati facendo partecipare i lavoratori ai risultati aziendali, si chiude così il cerchio sulla posizione di Viale dell'Astronomia in merito alle relazioni industriali, che erano già state illustrate in parte, all'inizio del workshop Ambrosetti, da Bombassei e dal direttore generale Giampaolo Galli. Bombassei aveva ricordato come gli industriali siano «nettamente contrari alla cogestione». E ha voluto rammentare come «già oggi le regole consentano di partecipare agli utili con i premi di produzione previsti dai contratti aziendali». Una posizione completata da Galli: «Abbiamo ragionato con i sindacati e messo nero su bianco il protocollo sugli assetti contrattuali: c'è un concetto di partecipazione che consiste nel dare maggiore peso ai contratti aziendali, che prevedono che si possa fare più scambio fra maggiore produttività e maggiore retribuzione».