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Economia Politica economica

Galli (Confindustria): «Frenati da norme opache
e inefficienza della Pa»

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2010 alle ore 08:01.

Più che di modelli, è questione di numeri: nel decennio pre-crisi, ossia fra il 1997 e il 2007, il nostro costo del lavoro per unità di prodotto è salito di circa 20 punti, mentre la Germania lo ha ridotto di quasi 10. Un divario ulteriormente aumentato con la crisi. «È un problema che deriva principalmente dalla bassa crescita della produttività in Italia e che riguarda non solo i fattori che si trovano all'interno delle aziende ma anche molti aspetti del sistema paese», dice Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria.

Proprio Confindustria ha chiesto al governo di convocare le parti sociali su crescita e produttività. Pesano più i fattori interni o quelli esterni all'azienda?
Incidono entrambi. Nella maggioranza delle nostre piccole e medie aziende pesano forse di più i fattori esterni. Nelle grandi aziende sono spesso molto rilevanti i problemi interni legati a relazioni industriali ancora conflittuali.

Fra i fattori esterni, quali mette ai primi posti?
Innanzitutto il combinato disposto di un apparato normativo opaco e sovrabbondante e di una Pa inefficiente. Questo rallenta la realizzazione di nuovi investimenti e ostacola lo spostamento dei fattori produttivi dai settori in declino a quelli in espansione. Inoltre il nostro sistema della ricerca pubblica è troppo debole, salvo alcune punte di eccellenza, e ciò rallenta l'innovazione che è un elemento centrale per accrescere la produttività. Altri fattori che frenano gli investimenti, italiani e stranieri, sono un fisco pesante e complicato, l'elevato costo dell'energia, le carenze delle infrastrutture.

Per questo l'Italia cresce meno?
L'economia cresce quando le piccole imprese diventano grandi e i fattori produttivi si spostano da settori in declino a quelli in espansione. Il nostro sistema scoraggia tutto questo.

La vicenda Fiat ha reso ineludibile la questione di una maggiore produttività in azienda.
Non c'è dubbio. Occorre affrontare anche il tema dei fattori interni, ossia dell'organizzazione del lavoro. Occorre più flessibilità, un migliore utilizzo degli impianti, una crescente quota della remunerazione legata al merito e al risultato.

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Tags Correlati: Confindustria | Federmeccanica | Imprese | Italia |

 

Temi da affrontare nei luoghi di lavoro?
Certo. In questa direzione va la riforma dei contratti firmata nel 2009 che dà maggiore peso al livello aziendale. In questa direzione va anche il lavoro iniziato da Federmeccanica per introdurre deroghe al contratto nazionale, per consentire aumenti di produttività, quali quelli previsti dall'accordo Fiat per Pomigliano. Bisogna invertire la rotta. Un aumento di produttività potrà consentire anche la crescita dei salari.

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