Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2010 alle ore 08:02.
MILANO
È l'altra faccia della crisi dell'editoria. Un iperattivismo autunnale sul fronte dei siti d'informazione con un certo ritardo rispetto al mondo anglosassone e anche ai cugini francesi, che da almeno cinque anni, complici le ristrutturazioni dei grandi giornali nazionali, stanno cercando nuovi sbocchi e nuove formule nel mondo dei media digitali.
Comunque è partita, anzi sta partendo la rincorsa italiana. Chi si ispira alla scuola americana, da Huffington Post al Daily Beast, chi guarda con interesse alle esperienze d'Oltralpe più consolidate, come la french version di Slate, a sua volta costola del Washington Post. Tra la fine del mese o al più tardi i primi di ottobre parte Lettera43, creatura di Paolo Madron, ex direttore di Panorama Economy, ex inviato del Sole 24 Ore.
Un giornalista economico pronto a lanciare un giornale economico-finanziario? Sembra di no. Lettera43, titolo che combina un omaggio al vecchio giornalismo della macchina per scrivere all'oscura profezia di Philip Meyer (The vanishing newspaper) secondo il quale l'ultimo giornale cartaceo verrà stampato nel 2043, sarà un giornale generalista. Modello di riferimento, il Daily Beast di Tina Brown, mix tra contenuti originali, commenti e aggregazione di notizie. Redazione giovane, anzi giovanissima, con un'età media ben al di sotto dei 30 anni, quattro "anziani" dello staff dirigenziale, nonché soci fondatori che assieme controllano il 50% della società editoriale, alla guida di una ventina di giornalisti. L'accesso è completamento libero e quindi sarà la pubblicità, secondo indiscrezioni raccolta da Manzoni, l'unica fonte di ricavi.
Tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate è stato chiuso il cerchio dei finanziamenti, circa 3 milioni di euro come budget iniziale, che vede la partecipazione, tra gli altri, di Matteo Arpe, Andrea Agnelli e Paolo Cantarella. Non è stato un percorso facile, racconta Madron, ma non tanto sul piano del reperimento dei fondi quanto sulla governance da dare alla società e sulla messa a punto della formula editoriale. L'obiettivo per il primo anno, spartiacque tra successo e aurea mediocrità, è di raggiungere gli 80 milioni di pagine visualizzate.