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Questo articolo è stato pubblicato il 09 settembre 2010 alle ore 08:01.
MILANO
Bene imballaggi e carte, male la stampa di libri e riviste, riparte la produzione di macchine grafiche, grazie alla spinta dell'export: è questa la fotografia scattata da FederGrafica nell'indagine congiunturale dedicata ai comparti della grafica, della cartotecnica e delle macchine grafiche, cartotecniche e per il converting. Un'indagine qualitativa condotta sull'andamento di fatturato, ordini e occupazione del secondo trimestre e sulle aspettative del terzo.
«I risultati dell'indagine – osserva Piero Capodieci, presidente di FederGrafica – confermano che la ripresa potrebbe essere lenta nel terzo trimestre 2010, trainata dai mercati esteri più che dal mercato italiano. Il settore cartotecnico e quello delle macchine grafiche continuano a sfruttare i positivi effetti della ripartenza dell'economia mentre il settore grafico resta al palo e prosegue il momento di difficoltà sul fronte della grafica editoriale, in parte legato alla recente abolizione delle tariffe postali agevolate per l'editoria». Nell'editoria la crisi ha determinato fusioni, profonde ristrutturazioni e qualche chiusura di azienda. «É pertanto urgente che il governo intraprenda iniziative - conclude Capodieci – mirate allo sviluppo economico, per sfruttare la ripresa o, nel caso del settore grafico, per invertire la tendenza negativa».
L'anno scorso i business di carta e stampa valevano poco più di 15 miliardi, a cui si aggiungono 1,5 miliardi delle macchine grafiche. «Si tratta peraltro di mercati molto diversi – aggiunge Alessandro Rigo, responsabile dell'ufficio studi di Assografici – Il business delle carte è legato al ciclo dei consumi, gli imballaggi e la cartotecnica dipendono dall'evoluzione del Pil e le macchine grafiche dal ciclo degli investimenti strumentali. Quanto ai trend, il vero banco di prova sarà il prossimo autunno».
In dettaglio, dall'indagine sull'intera filiera emerge che nel secondo trimestre 2010 una quota consistente di aziende ha registrato una crescita del fatturato, com'era nelle previsioni. La sorpresa deriva invece dal trend del mercato estero, che ha assorbito quote di produzione superiori alle attese. La crescita delle vendite sul mercato interno risulta infatti confermata dal 33% delle imprese, associate a una quota del 34% che dichiara condizioni di stabilità. Ancora più dinamica appare la domanda dall'estero: il 41% dei rispondenti ha infatti indicato una crescita (una percentuale ben più elevata di quelli che hanno registrato un calo), mentre il 40% ha rilevato una sostanziale stabilità delle vendite estere.