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Economia Aziende

Sfida iPhone-Blackberry per il carrello della spesa

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2010 alle ore 08:01.


MILANO
Con qualche investimento mirato e una manciata di rischio calibrato, l'Italia potrebbe essere il futuro eldorado dell'ecommerce sui telefonini. Un business che, secondo Gartner, coinvolgerà già dall'anno prossimo 526 milioni di persone in tutto il mondo.
Se le prime due condizioni – coraggio nel fare impresa e calcolo del rischio – sono variabili ancora troppo dipendenti dall'incertezza delle aziende, il secondo è un dato di fatto: l'Italia non solo è (storicamente) uno dei paesi con il tasso più elevato di penetrazione dei cellulari, ma è anche quello che si è fatto sedurre con più convinzione dall'evoluzione tecnologica dei prodotti. È quanto emerge dalla ricerca E-commerce in Italia 2010 realizzata da Casaleggio Associati, che oggi sarà presentata a Milano insieme con Barclays. Uno studio che spiega come la nostra sia la prima tra le maggiori nazioni europee per numero di utilizzatori di smartphone. Che tradotto significa: la "base" sulla quale operare c'è, ora bisogna offrire prodotti e servizi.
Sempre secondo il report Casaleggio in Italia i possessori di smartphone sono il 28% sul totale degli utenti che hanno in tasca un cellulare. Quasi uno su tre, prima di Spagna (23%) e Stati Uniti (17%). Sono quindi 10 milioni i navigatori che da Trieste a Palermo accedono a internet tramite dispositivi mobili, circa il 40% sul totale di 25 milioni di navigatori. E il commercio elettronico effettuato dai nuovi telefonini potrebbe nei prossimi anni raggiungere cifre di tutto rispetto: secondo Abi Research, da qui al 2015 le vendite nel mondo tramite dispositivi mobili dovrebbero sfiorare i 120 miliardi di dollari, con una crescita di quasi sette volte rispetto ai 18,3 miliardi del 2009.
Eppure le aziende italiane tardano a investire nel canale del mobile internet: lo studio di Casaleggio racconta come solo il 14% delle imprese che nel nostro paese fanno e-commerce stia attuando una vera strategia nel settore, anche se il 35% ha in programma di investire tra la fine di quest'anno e il prossimo e il 30% sta concretamente pianificando di permettere l'acquisto con il cellulare. Inoltre il 20% pensa di utilizzare il mobile per campagne di marketing, un altro 20% per lanciare servizi informativi via sms e il restante 25% per rassegne di prodotto e comparazione dei prezzi. «Ma il vero dato significativo – racconta Davide Casaleggio – è che ben il 45% del campione non ha piani che riguardano investimenti in progetti sul mobile, un numero che sottolinea come quest'ambito sia ancora poco sfruttato dalle realtà che fanno e-commerce».

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Tags Correlati: Abi | Apple | Davide Casaleggio | Internet | IPhone-Blackberry | Italia | Nokia |

 

Gli obiettivi di chi investe sono chiari: l'aumento delle vendite (28%) e la fidelizzazione dell'utente (23%). Per quanto riguarda i settori commerciali, tra i prodotti più acquistati via telefonino ci sono ancora i contenuti digitali come le applicazioni software, la musica e i videoclip, ma anche l'elettronica di consumo (57%), libri (42%), vestiti (34%) e gioielli (16%). Ma su quali piattaforme si investe? «Fino al 90% degli investimenti delle aziende nel comparto del commercio elettronico su cellulare è dedicata all'iPhone della Apple – sostiene Casaleggio – e il rimanente 10% viene spartito tra Blackberry e Android». Restano al palo, a quanto sembra, Nokia e il suo negozio virtuale Ovi, per una guerra che il colosso finlandese, pure fresca di nuovo amministratore delegato, non potrà permettersi di perdere. Almeno non in questa misura.
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A pagina 47
Nokia silura il capo degli smartphone
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