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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2010 alle ore 19:27.
Secondo una simulazione della Uil, con l'addizionale regionale Irpef al 3% si prospettano aumenti medi di 435 euro l'anno per i lavoratori dipendenti e 375 euro sui redditi dei pensionati. L'aumento medio pro capite l'anno sarebbe di 413 euro. A comunicare i risultati della simulazione sul possibile peso per i redditi fissi delle nuove addizionali regionali Irpef è Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil.
Loy ha ricordato che per un lavoratore dipendente l'addizionale regionale Irpef pesa mediamente 275 euro l'anno (290 per i redditi da lavoro dipendente e 250 per i redditi da pensione), con punte che partono dai 380 euro nel Lazio, passando per i 330 euro del Piemonte e dell'Emilia Romagna, per arrivare ai 179 euro della Basilicata.
Se tutte le regioni applicassero l'aliquota massima del 3%, si passerebbe dagli attuali 275 euro a 688 euro medi pro capite l'anno. Partendo dagli 820 euro del Veneto (+ 574 euro); 791 euro del Lazio (+422 euro); 724 euro della Lombardia (+ 490 euro); 713 euro del Trentino Alto Adige (+ 499 euro); 706 euro dell'Emilia Romagna (+ 400 euro); si arriva ai 574 euro della Calabria (+ 306 euro); 597 euro della Basilicata (+ 418 euro); 615 euro del Molise (+ 328 euro); 619 euro del Abruzzo (+ 330 euro).
Attualmente l'aliquota media applicata è dell'1,2% che frutta alle casse delle Regioni un gettiro di oltre 7,6 miliardi di euro, che supererebbero i 18,9 miliardi nell'ipotesi prospettata dal Governo, con un aumento del 150 per cento. «Per questo motivo - spiega Loy - sarebbe insostenibile l'annunciata riduzione dell'Irap, che oggi vale oltre 36,7 miliardi di euro, perché sarebbe pagata sostanzialmente dai contribuenti virtuosi del nostro paese: i lavoratori dipendenti e i pensionati». Per la Uil il fisco federale non dovrà comportare aumenti della pressione fiscale a carico dei redditi fissi. (N.Co.)