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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2010 alle ore 10:04.
È una bolletta che dà la scossa quella che devono pagare le industrie italiane alle prese con l'handicap del caro energia. Nel periodo dal giugno 2009 al giugno 2010 l'aumento del costo delle forniture di elettricità nel nostro paese è stato dell'8,7%, mentre quello del gas naturale è salito del 12,3 per cento.
Il che, tradotto in euro, vuol dire che un'azienda italiana paga il chilowattora 2 centesimi in più della sua rivale tedesca, 3 guardando i costi medi di Austria e Spagna e addirittura 6 in più dei francesi che decenni fa hanno imboccato la via del nucleare civile. «Anche nel 2010 l'Italia si conferma come il paese con il prezzo dell'energia elettrica più cara in assoluto», sottolinea Claudio Enriquez, amministratore delegato di Nus Consulting, multinazionale americana della consulenza per le utility, confrontando i costi dell'elettricità e del gas naturale applicati nei principali paesi industrializzati del mondo.
Per quanto riguarda il prezzo del gas, le industrie nazionali sopportano un minore gap rispetto agli altri paesi considerati. Infatti la quotazione media registrata lo scorso giugno in Italia era di 31 centesimi al metro cubo (incluse tutte le voci e le imposte ma senza l'Iva), prezzo che ci colloca al settimo posto della classifica. Anche in questo caso si è verificato un netto aumento negli ultimi 12 mesi. A dirlo è l'«Indagine internazionale sul costo dell'energia elettrica e del gas naturale» realizzata da Nus consulting. Studio che registra un calo, nel 2009, del 6,4% della domanda di energia elettrica, mentre la crisi industriale ha portato a un taglio dei consumi di gas naturale dell'8 per cento.
Il trend al rialzo dei prezzi sembra invece continuare senza sosta. «Come materia prima il gas da luglio a oggi in Italia ha registrato un apprezzamento di circa 4 centesimi al metro cubo, intorno al 15%» rimarca l'ad di Nus Consulting.
Le previsioni degli esperti della società per il prossimo anno parlano di altri leggeri rincari, imputabili al cambio euro-dollaro e al prezzo del barile del greggio.
A far lievitare la bolletta contribuiscono inoltre tutti gli elementi che portano alla formazione del prezzo netto. «Dopo l'entrata in vigore delle nuove tariffe previste dall'Autorità nel luglio 2009 i costi di distribuzione del gas per i clienti collegati a un bacino locale (le principali industrie sono collegate alla rete nazionale della Snam, ndr) hanno avuto un aumento spropositato, di quasi il 48%», sottolinea Enriquez. Calo a due cifre (-15%) invece per i costi di trasmissione.