Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2010 alle ore 08:00.
C'è una rivoluzione in atto nel mondo della comunicazione. Non si tratta di una semplice ripresa economica, che pure sembra ormai assodata, con gli investimenti pubblicitari in crescita del 5% nel primo semestre del 2010. Né si parla di un graduale processo di trasformazione dalla durata pluridecennale. Nel giro di soli due o tre anni, il modo di fare business delle agenzie di pubblicità e dei centri media sarà completamente diverso. I fattori alla base di questa rivoluzione silenziosa sono sotto gli occhi di tutti: il passaggio alla televisione digitale, la frammentazione dei media, il peso crescente di internet nei piani di comunicazione delle aziende. Ma solo nei prossimi mesi si potrà definire chiaramente la portata del cambiamento, cui la crisi passata sembra aver fatto da catalizzatore. È questo il parere pressoché unanime dei principali attori della comunicazione in Italia.
L'analisi dei trend in corso parte dai dati di mercato. Secondo l'ultimo sondaggio Nielsen sullo stato della pubblicità in Italia, è il web a cavalcare la ripresa: gli investimenti per il canale internet sono aumentati del 17,8% nel corso dell'ultimo anno. «Nel 2009 – rileva Paolo Duranti, managing director di Nielsen Media Research – l'aumento si era attestato al 6-7%. Un risultato che può sembrare positivo, soprattutto nel pieno della crisi, ma che in realtà è ancora modesto per un mezzo giovane e con un grande potenziale di crescita come il web. Il dato 2010 conferma che internet è finalmente entrato nel media mix delle aziende, e non rappresenta più un mero investimento residuale». Bene anche la televisione (+7%), che conferma il proprio ruolo di media tradizionale di riferimento. Soffrono invece i quotidiani free-press (-10%), che riflettono la sofferenza delle Pmi locali italiane, e i periodici (-9%), con una stagnazione generale della pubblicità sulla carta stampata (-3,7%).
A trainare la ripresa c'è il largo consumo, che tra prodotti per la casa (+16,1%) e per la persona (+8,7%), alimentari (+8,3%) e bevande(+7,6%) contribuisce per un terzo al totale degli investimenti pubblicitari. Importante anche il peso delle auto (+3,3%), delle telecomunicazioni (+2,7%) e del comparto finanziario/assicurativo (+2,6%). «Questi dati dimostrano che la ripresa è reale e decisa, e che non si tratta di un semplice rimbalzo tecnico», conclude Duranti.