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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 18:15.
È entrato nel vivo il confronto tra Federmeccanica, Fim-Cisl e Uilm per definire le deroghe al contratto nazionale dei metalmeccanici. E consentire l'attuazione dell'intesa per Pomigliano d'Arco senza il rischio di ricorsi che possano compromettere l'investimento. Mentre la proposta di Federmeccanica di convocare un tavolo il 5 ottobre per definire norme ad hoc sull'auto, come espressamente richiesto dalla Fiat, deve fare i conti con il no della Uilm e con le perplessità della Fim. «Attendiamo ancora una risposta dei sindacati con i quali abbiamo avuto un primo scambio di opinioni», spiega il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli.
Le parti stanno definendo al tavolo in quali casi e con quali procedure si potrà, a livello aziendale o territoriale, applicare le deroghe al contratto nazionale in caso di crisi o di fronte ad investimenti. Quella che deve essere definita è una cornice, da applicare localmente, anche se sulla conformità degli accordi è prevista una verifica nazionale. Il confronto prosegue il 22 in sede tecnica, con l'obiettivo di tentare un affondo il 29 settembre sulla base di testi scritti. «Il negoziato procede positivamente – spiega Anna Trovò (Fim–Cisl) – nella logica di valorizzare il ruolo della contrattazione di secondo livello. Stiamo infatti discutendo di come consentire la possibilità di derogare alle norme contrattuali, a livello aziendale o territoriale».
Per i sindacati l'incontro del 5 potrebbe rivelarsi «superfluo» se si troverranno le risposte con le deroghe. «Un tavolo auto non si giustifica - spiega Rocco Palombella (Uilm) - perché nell'ambito dell'accordo sulle deroghe al contratto nazionale si possono affrontare i problemi posti dalla Fiat e quelli che di volta in volta si potranno porre».