Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2010 alle ore 16:00.
«Ci sono tutte le condizioni per decidere di fare insieme un primo tagliando all'accordo del 2009 e, con i sindacati tutti, firmatari e no, verificare oggettivamente lo stato dell'arte». Lo ha affermato Alberto Bombassei, vicepresidente di Confindustria, al convegno di Genova su occupazione e competitività.
Quanto ai tempi Bombassei ha detto: «Al più presto, entro l'anno mi sembra ragionevole». L'invito della Confindustria è rivolto anche alla Cgil: «Non abbiamo alcun preconcetto contro nessuno - ha spiegato Bombassei - più siamo meglio è. L'importante è che non si pongano condizioni, non si mettano limiti. Bisogna sedersi sgombri da preconcetti, con l'obiettivo di guardare avanti e non con lo specchietto retrovisore». Gli industriali, dice Bombassei, sono anche «pronti» a un accordo interconfederale sulle regole di rappresentanza. «Non una legge. La legge eventualmente dopo, per darne validità generale», ha precisato.
Secondo Bombassei «sulla base di ciò che è avvenuto negli ultimi 12 mesi nei tanti rinnovi dei contratti nazionali e nelle realtà di fabbrica, è chiaro che la riforma risponde proprio all'esigenza, di recente espressa dalla Cgil, di costruire un contratto nazionale "più largo e generale". Questo era l'obiettivo della piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil. Questo è il risultato dell'intesa raggiunta con Cisl e Uil nel 2009». Su questo, ha concluso, «Confindustria è disposta ad avviare ogni ulteriore approfondimento nella convinzione che è quello il percorso per rendere le relazioni industriali fattore di competitività».
Sul tema dei contrattazione proprio la Cgil ha dedicato un seminario tenutosi a Todi. «Per difendere i contratti nazionali e in generale la contrattazione - si legge sul sito internet della Cgil - è necessario avere il coraggio di elaborare una proposta di riforma, capace di scombinare le carte. Il conflitto non si può considerare come risolutivo». A Todi sono stati abbozzati temi che porteranno la Cgil a decidere, presumibilmente in un prossimo Comitato direttivo, anche se il percorso è ancora tutto da definire: la proposta potrebbe essere sottoposta al voto di tutti i direttivi confederali con il massimo coinvolgimento di tutti i livelli dell'organizzazione, prima di arrivare al voto definitivo nazionale.