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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2010 alle ore 08:00.
I panificatori si dichiarano pronti a dare battaglia sull'agricoltore-panettiere e sui relativi benefici fiscali. Nei giorni scorsi il ministero dell'Economia ha pubblicato il decreto che aggiorna l'elenco dei prodotti della trasformazione agricola che rientrano nel reddito agrario. E tra le new entry c'è anche il pane fresco. In pratica, secondo le disposizioni del provvedimento (che recepisce indicazioni delle Politiche agricole), l'agricoltore che trasforma il grano della sua azienda e vende direttamente filoni e panini non paga un euro di tasse aggiuntive. I guadagni ottenuti da quella che con il nuovo decreto è diventata attività connessa a quella principale rientrano infatti nel reddito agrario. Il vantaggio è riservato a persone fisiche, società semplici ed enti non commerciali. L'agricoltore può anche utilizzare farina acquistata da terzi, ma per ottenere l'agevolazione fiscale è obbligato a utilizzare materia prima prevalentemente prodotta in azienda.
Rischia così di aprirsi un nuovo contenzioso sulle attività connesse a quelle agricole, dopo che un altro fronte di scontro c'era stato nei mesi scorsi con i commercianti: sotto accusa i farmer market. Nei mercati degli agricoltori infatti l'attività di vendita non è tassata. E ora anche il pane degli agricoltori potrà far bella mostra nei mercatini agricoli con buona pace del fisco.
«Tutto ciò è inaccettabile» rileva Luca Vecchiato, presidente della Federazione panificatori. In Italia oggi operano oltre 26mila aziende di panificazione per la gran parte di dimensioni familiari con un indotto occupazionale stimabile in circa 350mila addetti. «Abbiamo convocato una riunione straordinaria dei rappresentanti dei panificatori per il 6 di ottobre – aggiunge Vecchiato – e ho inviato una lettera al ministro Galan chiedendo un incontro urgente. Non possiamo subire un colpo così duro nel momento in cui attendiamo ancora da anni il regolamento sul pane fresco e dobbiamo affrontare una concorrenza sempre più agguerrita anche da parte delle importazioni dall'estero».
«Non possiamo accettare con serenità un provvedimento che estende il regime agevolato della tassazione agricola anche alle attività di produzione di prodotti di panetteria freschi – ha fatto sapere Vecchiato a Galan – senza esprimere una legittima preoccupazione per le migliaia di aziende artigiane che oggi esercitano con professionalità, ed in regime di tassazione ordinaria, questa attività in maniera capillare lungo tutto il territorio della nostra penisola».