House Ad
House Ad
 

Economia Politica economica

La congiuntura rallenta? È una pausa della ripresa

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2010 alle ore 09:07.

Indicatori reali
La ripresa è già finita? O rifiata? Sfogliare le statistiche congiunturali, come i petali di una margherita, lascia intatte le due possibilità, che hanno però conseguenze ben diverse sui destini economici dei paesi avanzati. Nelle ultime settimane i dati buoni si alternano a quelli cattivi. Cala la fiducia dei consumatori americani a settembre, ma quella dei tedeschi sale ai massimi da quasi tre anni e anche gli italiani sono un po' più ottimisti. Si ferma il recupero della produzione industriale nell'area euro (zero in luglio dopo il -0,2% in giugno) e in Giappone (-0,2% in luglio), ma prosegue in Usa (+0,2% in agosto dopo il +0,6% in luglio).

Nel complesso, però, i dati puntano al rallentamento e in questa direzione vanno gli indici Pmi e quello anticipatore Ocse. Quest'ultimo è sceso di un altro 0,1% in luglio dopo quello di giugno; solo Germania e Russia si sono salvate dal segno meno, che è stato più marcato in Francia, Italia, Cina, Brasile e Stati Uniti. Anche se in quest'ultimo fa a pugni con l'andamento di un altro leading indicator, che è salito dello 0,3% in agosto.

La sfera di cristallo di solito è illuminata dal faro dell'esperienza passata. Questa ci dice che l'economia non avanza a passo regolare, ma a strappi e pause; e quando la ripresa è appena partita spesso si teme che la pausa preluda a un nuovo inciampo recessivo, ma ciò normalmente non accade. Tuttavia, la normalità oggi non esiste, data la straordinarietà della crisi. La profondità della recessione, le perduranti difficoltà nel credito, l'alta disoccupazione, le finanze pubbliche da risanare e i mercati immobiliari ancora convalescenti rendono più erto il cammino per ritrovare i livelli di domanda e produzione pre-crisi.

Sulla bilancia dei rischi, però, il piatto delle sorprese positive non è vuoto: i profitti aziendali in alcune economie (non Italia) sono alti e ciò stimolerà gli investimenti, che comunque sono indispensabili nelle ristrutturazioni; i Paesi emergenti viaggiano su una corsia preferenziale verso più alti standard di vita; i bassi tassi aiutano a metter ordine nei bilanci dei debitori (banche, famiglie, imprese). È probabile, perciò, che dopo la pausa estiva e autunnale, l'economia riparta, anche se il percorso rimarrà accidentato.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Inflazione | Italia | Ocse

 

Inflazione
Osservata dal lato delle spinte interne (al netto degli effetti diretti dei corsi delle materie prime) la dinamica dei prezzi al consumo rimane molto bassa, attorno all'1% annuo sia in Usa sia in Eurolandia. E facendo le pulci alle statistiche, che non riescono a catturare appieno i miglioramenti qualitativi, siamo prossimi allo zero. Ciò fa capire quanto più alto sia il pericolo della deflazione rispetto a quello dell'inflazione. Le materie prime vicine ai massimi della primavera confortano sulla tenuta della crescita ma erodono margini delle imprese e potere d'acquisto delle famiglie.

Tassi di interesse, valute, moneta
I banchieri centrali ricorderanno per decenni questa crisi. «Qui si parrà la tua nobilitate», sembra aver detto la Grande recessione ai reggitori della moneta. E, chiamate alle armi, le banche centrali hanno dovuto aprire gli arsenali e la santabarbara, dando fondo a tutte le armi di difesa e di offesa. Ora si parla, almeno in America di Qe2, la seconda ondata del Quantitative Easing, l'espansione quantitativa della moneta. Il problema, naturalmente, sta nel vecchio detto: è facile dare da bere a un cavallo assetato, ma è difficile costringere a bere un cavallo che non ha sete. Inondando il sistema di liquidità si mettono soldi nelle tasche di banche, imprese e risparmiatori. Ma le decisioni ultime di spesa dipendono soprattutto dagli "spiriti animali", dalla voglia di consumare e investire.

Il Qe2, insomma, non garantisce il successo, ma che altro si può fare? Per la politica monetaria l'espansione quantitativa è l'ultima spiaggia. Il testimone poi passa alla politica di bilancio, allo stimolo diretto alla domanda. Nel frattempo, le banche centrali seguono il detto di Ippocrate: "primo, non nuocere"; mantenere i tassi bassi e impegnarsi a mantenerli bassi per lungo tempo. Un impegno che influenza l'intera struttura dei tassi. E in effetti, in particolare per l'Eurozona, i tassi per imprese e famiglie sono dappertutto vicini a minimi storici.

In campo valutario, la rinnovata debolezza del dollaro non fa presagire una rivisitazione dei minimi del 2008. La forza strutturale dell'economia americana e l'ottima salute finanziaria delle imprese fanno pensare che la fase debole non possa durare, e i timori di inflazione legati alla Qe2 sono malriposti.

Il ministro delle Finanze brasiliano ha detto che è in corso una "guerra delle valute": ognuno cerca di svalutare per sostenere l'economia e a farne le spese, dice il ministro, è in particolare il real brasiliano, la cui scomoda forza rischia di danneggiare l'export. Ma la nuova configurazione valutaria (forti le valute degli emergenti) corrisponde al nuovo scenario di crescita, dove questi paesi tirano l'economia del mondo.

fabrizio@bigpond.net.au
l.paolazzi@confindustria.it

Shopping24

Da non perdere

Per l'Italia la carta del mondo

Mentre la crisi reale morde più crudelmente, mentre i mercati finanziari saggiano possibili

In Europa la carta «interna»

Batti e ribatti sui nudi sacrifici degli altri, sull'algido rigore senza paracadute e prima o poi

La commedia di Bruxelles

Al Parlamento europeo è andato in scena il terzo atto di una commedia dal titolo: Regole per le

Guarguaglini: ecco le mie verità

«Ho sempre detto che ero innocente, le conclusioni delle indagini lo dimostrano: nell'archiviazione

Una redistribuzione di buon senso

Arrivano dal ministero della Giustizia le nuove piante organiche dei tribunali. Un intervento

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da