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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 16:18.
Uno shock alla crescita dell'1% per i paesi avanzati rispetto alle previsioni di base del Fondo monetario per il periodo 2010-2015 potrebbe avere un impatto significativo sul rapporto debito/pil di questi paesi. Lo scrive il Fondo nel rapporto sulla stabilità finanziaria globale diffuso oggi. I paesi con un alto fardello del debito formatosi prima della crisi globale, si legge, tendono ad essere più colpiti da uno shock di crescita. I fardelli del debito pubblico più rilevanti, nota il rapporto, sono quelli del Giappone e dell'Europa meridionale. Il Fondo monetario nota poi come la Grecia e l'Italia mostrino sia un alto livello del debito che ampi stabilizzatori automatici presentando «più alti rischi fiscali».
Nonostante «i significativi progressi fatti nello stabilizzare e rafforzare la congiuntura», il messaggio chiave rimane che il sistema finanziario è «il tallone d'Achille della ripresa e molto deve ancora essere fatto» in termini di stabilità, ha commentato José Vinals, direttore del dipartimento mercati dei capitali del Fondo Monetario Internazionale, durante la conferenza stampa a commento del Global Financial Stability Report.
Vinals ha aggiunto che nonostante le misure aggressive decise dei governi, «la fiducia non è ancora del tutto stata ricostruita» e restano molti punti vulnerabili, soprattutto nell'Eurozona, motivo per cui bisogna proseguire sulla strada intrapresa in termini di riforme e rafforzamento dei fondamentali del sistema. Inoltre anche se gli stress test condotti sulle banche europee «hanno fatto un grande lavoro, soprattutto in termini di maggiore trasparenza» e «le misure decise per stabilizzare i conti vanno nella giusta direzione», alcune banche europee dovrebbero incrementare il livello di capitale.
Per il settore bancario, soprattutto quello europeo, la fame di liquidità «continua a essere il problema maggiore». Vinals ha ribadito, come era stato sottolineato nel rapporto, che entro i prossimi 24 mesi quasi 4mila miliardi di debito arriveranno a maturazione, buona parte dei quali in Europa. Intanto, leggero miglioramento per i bilanci del credito. Secondo il rapporto, tra il 2007 e il 2010 le perdite delle banche su prestiti e titoli sono scese a 2.200 miliardi di dollari rispetto ai 2.300 miliardi della precedente stima formulata ad aprile. Un recupero legato soprattutto alle riprese di valore nel portafoglio titoli. Da segnalare anche i progressi nella contabilizzazione di queste perdite: «Circa 3/4 sono state già contabilizzate», spiega il rapporto, e rimangono da contabilizzare circa 550 miliardi. Il rapporto segnala miglioramenti nella patrimonializzazione del sistema bancario, «a fine 2009 il Tier 1 era salito mediamente sopra il 10%, sebbene molta parte di questo aumento sia imputabile ai fondi pubblici utilizzati per ricapitalizzare le banche».