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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2010 alle ore 08:06.
Gli incentivi alle vendite di elettrodomestici e di cucine e quelli in vigore dal 2006 per i frigoriferi e congelatori sostengono da almeno 4 anni i ricavi delle catene di elettronica di consumo ed elettrodomestici e di conseguenza i livelli di occupazione. E a partire dal 2009 si è aggiunto anche il passaggio alle trasmissioni della tv digitale terrestre con la sostituzione di milioni e milioni di vecchi apparecchi. Il settore della tecnologia domestica ha mantenuto e mantiene un ritmo soddisfacente di espansione dei punti vendita e dell'occupazione con percentuali di crescita tra il 2 e il 5% secondo gli anni che riguardano anche gli addetti. La Gdo specializzata oggi vale il 60% del mercato della tecnologia domestica, occupa 21.900 addetti su 2mila punti vendita in crescita. Il problema è che ogni giorno chiudono i piccoli negozi fuori dalle catene e dai gruppi senza che se ne conoscano esattamente le dimensioni.
Secondo il Cermes della Bocconi, Confcommercio e la rivista specializzata Apparecchi Elettrodomestici il comparto della tecnologia domestica avrebbe perso dal 2000 a oggi ben 4.800 negozi per un totale sceso da circa 11mila a 6.200. Prima di questo "massacro" si era però già verificata un'altra scrematura che aveva portato i punti vendita dai 28-30mila circa dei decenni 70-80 agli attuali 6mila nei quali sono compresi tutti i canali. «A chiudere sono stati soprattutto i piccoli negozi indipendenti a conduzione famigliare - sostiene Roberto Omati, direttore commerciale – e la quasi totalità dei monospecialisti come quelli di cine-foto ottica, hi fi, informatica che sino agli anni 90 erano presenti nelle città. I dipendenti sono gli stessi famigliari, 2-3 al massimo, il che rende difficile quantificare esattamente la perdita di posti di lavoro. Gli attuali moderni store dell'elettronica di consumo dai 900-1000 mq impiegano circa 12 addetti e quelli da 200 mq 15-20». Expert che chiuderà il 2010 con 1.850 milioni di euro contro i 1.720 del 2009, 4.300 dipendenti di 125 soci (erano 170), ha avuto solo il 1% di perdita di soci, tutti piccoli operatori con mininegozi. L'unico calo consistente di dipendenti di grandi store l'ha avuto il socio n.1 di Expert, Sgm Marco Polo (650 milioni di fatturato), controllato dal fondo Rhône Capital, in via di ristrutturazione che ha perso nel 2009 50 addetti a parità di numero di punti vendita. Quanto a Euronics a fare le spese dei primi cali nelle vendite di elettrodomestici è stato un socio importante della catena, il gruppo Spadaro di Napoli che dopo aver inaugurato alla fine del 2007 uno store di 5mila mq nel 2009 chiudeva ogni attività licenziando 140 lavoratori.