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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2010 alle ore 15:56.
Eliminare definitivamente il limite di 65 anni per la pensione di vecchiaia e il limite dei 40 anni di contributi: è la proposta fatta dall'Inpdap, nel corso di un'audizione in commissione Lavoro a Montecitorio sul Libro verde sui sistemi pensionistici dell'Unione europea. «Per assicurare la sostenibilità del sistema pensionistico, la soluzione più a portata di mano - spiega l'Inpdap - é quella di aumentare il periodo di attività, sia prevedendo l'innalzamento dell'età pensionabile, sia garantendo ai giovani l'ingresso anticipato al lavoro».
L'attività lavorativa più lunga consentirà «una maggiore salvaguardia della tutela pensionistica e del relativo potere d'acquisto». Il superamento del limite dei 65 anni é peraltro già insito nella norma che prevede l'adeguamento dell'età alla speranza di vita. Nel settore privato, prosegue l'Inpdap, si dovrebbe procedere con accordi fra le parti, mentre nel pubblico si dovrebbero eliminare meccanismi automatici o semiautomatici che obbligano al pensionamento per raggiungimento del tetto contributivo o anagrafico.
Il presidente del Mefop, Società di sviluppo del mercato dei fondi pensione, che fa capo al Tesoro, Mauro Maré ha chiesto di accelerare sulla previdenza complementare, alla luce, ha detto, «del tasso di adesione registrato in Italia». Per intervenire, secondo Maré, si potrebbe rafforzare l'informazione e la comunicazione sui diversi aspetti della previdenza complementare, e in particolare su: rischio, natura delle prestazioni promesse, costi/spese, metodo di liquidazione e meccanismo delle rendite. Oppure si può ricorrere «a forme di iscrizione automatica con clausola di dissociazione». Solo con un'adesione massiccia e diffusa, conclude il presidente del Mefop, le prestazioni pensionistiche italiane «potranno essere considerate adeguate, contribuendo così alla sostenibilità sociale delle riforme del secondo pilastro».