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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2010 alle ore 08:54.
ROMA
«L'Antitrust non può limitarsi a essere una polizia del mercato». Il presidente dell'Autorità per la concorrenza, Antonio Catricalà, che ieri ha parlato di un'Italia ancora «convalescente» sotto il profilo del libero mercato, sceglie il giorno del 20° compleanno dell'Antitrust per consegnare a interlocutori politici ed esponenti del mercato la sua concezione dell'organismo che presiede. La tempistica per toccare un simile tasto non sembra casuale, tantomeno appare scontata la sua definizione anche perchè essa stride con quanto i suoi predecessori, Giuliano Amato e Giuseppe Tesauro – chiamati a celebrare anche loro l'evento alla presenza tra gli altri del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta – hanno detto della concorrenza e del ruolo dell'Antitrust.
Prendendo spunto dalla rievocazione del pensiero di Francesco Saja, primo presidente dell'Autorità, Catricalà ne ha dispiegato e ampliato le considerazioni per arrivare a sostenere che le Autorità per la concorrenza hanno dei «modus operandi» e che, a quanto pare, possono variare a seconda del quadro economico dei singoli paesi in cui operano. «È oggi accettato dai più che l'Antitrust non possa limitarsi a essere polizia del mercato – ha detto –. La sua attività non deve esaurirsi nell'irrogazione di una sanzione pecuniaria, spesso agevolmente assorbita come costo d'impresa: in primo luogo occorre ottenere, con gli strumenti previsti dall'ordinamento, la modifica delle prassi commerciali. La sanzione è davvero l'extrema ratio. Questo modus operandi è particolamente adatto per un sistema, come quello italiano, che da decenni patisce tassi di crescita inferiori alla media europea».
Poco prima Catricalà aveva osservato: «Se la logica dell'intervento dell'Autorità deve essere quella di favorire la crescita dimensionale quando ciò sia espressione di maggiore efficienza, le modalità del suo intervento devono essere tali da indurre le imprese a porre in essere comportamenti virtuosi». Il braccio teso verso il mercato e le imprese controllate è sembrato a qualcuno un messaggio distensivo nell'eventualità che si riaprano i giochi per la presidenza della Consob. In verità le quotazioni di Catricalà per quella poltrona, al top a inizio estate, sono molto diminuite anche per il pressing che la Lega sta facendo per avere una nomina di suo gradimento, come sarebbe quella di Giuseppe Vegas. In caso di mala parata, comunque, per il presidente dell'Antitrust potrebbero aprirsi i giochi della successione per l'Autorità per l'energia, il cui presidente scadrà a dicembre.