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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2010 alle ore 09:45.
Niente laureati, né export né marchi propri. Eppure prevede di chiudere l'anno con un fatturato più che raddoppiato e un utile del 20 per cento. La Bergami Fratelli, Srl di una quarantina di dipendenti di Castel Guelfo (Bologna), è un esempio quasi dissacrante di come una Pmi contoterzista che opera in uno dei settori manifatturieri più tradizionali, la carpenteria meccanica, sia riuscita a farsi largo tra le ceneri del distretto emiliano più colpito dalla crisi. «La ricetta? Non abbiamo mai smesso di investire e di avere una prospettiva di lungo termine focalizzata su nuove tecniche organizzative e informatiche», risponde senza esitazioni l'ad Damiano Bergami, figlio 45enne di uno dei tre fondatori. Un esempio di passaggio generazionale riuscito e di una strategia che da inizio 2000 fa tesoro di una regola aurea: controllo integrale di gestione, dei costi e di tutti i processi informativi e organizzativi.
«Il mio arrivo qui – spiega il direttore amministrativo Leandro Pallozzi – ha coinciso con questo cambio di passo. Il merito è della visione di chi guida un'azienda. Credo sia solo questo a fare la differenza tra le imprese che crescono e quelle che chiudono. Il controllo di gestione ha permesso di arrivare a misurare la redditività per singolo cliente e quindi di avere uno strumento per calibrare ogni attività». Clienti come Elettronica Santerno, Sacmi e Team System, tutte aziende italiane ma internazionalizzate. Ed è il fotovoltaico (inverter solari) a trainare la crescita della Srl, che quest'anno passerà dai 3,5 milioni di ricavi 2009 a 10,5. «Reinvestiamo quasi tutto in R&S e progettazione – aggiunge Bergami – e abbiamo continuato a sperimentare nel fotovoltaico anche negli anni in cui non era più di moda, così oggi ci troviamo in posizione di vantaggio tecnologico rispetto ai concorrenti».