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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2010 alle ore 06:40.
GENOVA
A partire dal 2017 ma, forse, anche con un anno d'anticipo, la galleria del San Gottardo, con i suoi 57 chilometri, diventerà l'asse centrale per l'alta velocità-alta capacità sul corridoio Rotterdam-Genova. Ed è proprio il capoluogo ligure, terminale a Sud della nuova linea transnazionale, che gli svizzeri hanno scelto per celebrare, fuori dai loro confini, la caduta dell'ultimo diaframma della galleria. Per Genova l'aggancio al cosiddetto corridoio 24 si chiama Terzo valico, un'opera il cui avvio dei lavori è atteso da alcuni decenni. E, ieri mattina, era malcelato l'imbarazzo della platea di amministratori e imprenditori genovesi che ascoltavano le parole dell'ambasciatore svizzero in Italia, Bernardino Regazzoni, e del vicedirettore dell'Ufficio federale svizzero dei trasporti, Pierre André Meyrat, confidenti sulla «volontà politica ribadita al più alto livello» da parte italiana di voler procedere alla realizzazione del Terzo valico. Più di un politico e imprenditore ha rivolto il pensiero a un paio di decenni, quando l'allora ministro dei Trasporti, Carlo Bernini, e l'allora numero uno delle Fs, Lorenzo Necci, assumevano impegni per realizzare la nuova linea fra Genova e Milano.
Politici e imprenditori liguri guardano alla prossima settimana: alla riunione del Cipe, più volte slittata, che darà il via libera definitivo all'apertura dei cantieri. «La prossima settimana – conferma Raffaella Paita, neoassessore regionale alle Infrastrutture – dovrebbe essere quella buona per sbloccare le risorse». In attesa di una delibera che stanzierà 700 milioni utili per un primo lotto di lavori propedeutici a un'opera che costerà 6,2 miliardi.
Giovanni Calvini, presidente di Confindustria Genova, stanco della interminabile situazione di stallo in cui galleggia il Terzo valico, si era ripromesso di non voler più affrontare l'argomento. «A questo punto – rompe il silenzio Calvini – è necessaria un'azione di lobbing e mi appello al tessuto produttivo e imprenditoriale del Piemonte e della Lombardia, aree che avranno grandi benefici dal Terzo valico». Per Marta Vincenzi, sindaco di Genova, la caduta del diaframma deve essere di sprone per il Governo italiano. «Abbiamo accumulato – dice – troppi ritardi e non possiamo che rendere omaggio alla lungimiranza degli svizzeri che hanno creduto alla centralità del San Gottardo per la nuova rete logistica europea. Noi crediamo alla centralità del porto di Genova rispetto al Nord Europa e al Mediterraneo ma, finora, non ci hanno creduto il Governo, nè le Fs».