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Economia Aziende

La corsa record del cotone scalda i listini del tessile

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2010 alle ore 06:39.


Il cotone s'impenna sulle piazze internazionali e ora si attende che l'onda lunga si scarichi sui prezzi al consumo, l'impatto medio stimato dai produttori è tra il 5 e il 7 per cento. Ma il gigante dei jeans Levi Strauss ha già deciso rialzi per la primavera 2011. La filiera del tessile abbigliamento, in particolare gli anelli più a monte come camiceria, jeans e arredo-casa, non sono in grado di assorbire interamente gli aumenti e saranno quindi costretti a scaricare a valle i rincari.
La causa di questa situazione è la carenza di offerta di cotone sodo nel mondo già dall'annata 2008-09; nel 2010-11 dovrebbe evidenziarsi un maxi deficit di 3,6 milioni di balle da 480 libbre (una libbra = 453,6 grammi) che andrà a intaccare gli stock mondiali. Ieri, dopo una pausa, è ripresa, a New York, la corsa dei prezzi del cotone: con un balzo intorno al 2,5% a 113 cents per libbra, i corsi si sono riportati nuovamente nei pressi del massimo degli ultimi 15 anni. Negli ultimi 12 mesi le quotazioni sono quasi raddoppiate.
Il centro studi di Sistema moda Italia ha rilevato raffiche di aumenti a due cifre praticamente per tutte le tipologie di cotone, Grecia, Egitto, Usa e Asia centrale. Un effetto mitigante lo ha avuto la rivalutazione dell'euro, ma non più di tanto. «Le nostre aspettative – esordisce Silvio Albini, consigliere delegato del cotonificio Albini – sono per un ulteriore consolidamento delle quotazioni internazionali. Non siamo affatto convinti che si tratti soltanto di speculazione: c'è un evidente stato di carenza di materia prima». Per Albini, specializzata in camiceria, l'incidenza della materia prima arriva fino al 33% del prodotto finale. «Il balzo del cotone - aggiunge Albini – è una mazzata che arriva dopo un 2009 durissimo – con i ricavi in calo del 31% – e che ora ci costringe a cercare nuovi equilibri. Non siamo in grado di assorbire tutto l'aumento: chiedo che tutta la filiera se na faccia carico pro quota».
Meno interessato Jacob Cohen, produttore di jeans di altissima fascia. «Il nostro cotone – osserva Marco Tiburzi, direttore commerciale della società – arriva dal Giappone, è un tipo molto esclusivo. Alla fine i rincari incideranno poco su un prodotto come il nostro, ma stimiamo un'incidenza sui listini compresa tra il 5 e l'8%». Edgardo Bianchi, ad di Lubiam, si sofferma «sulla difficoltà di reperimento del cotone in questo momento. I rincari della materia prima incideranno per il 20/25% sulle forniture dell'autunno-inverno 2011 e del 30/35% sulle fodere. Se non ci saranno ulteriori rincari, stimiamo che il cliente pagherà una giacca il 5% in più».

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Tags Correlati: Edgardo Bianchi | Filiera | Jacob Cohen | Lubiam | Marco Tiburzi | Silvio Albini | Stati Uniti d'America

 

«Sugli aumenti dei prezzi della primavera 2011 – dicono alla Levi Strauss – ha pesato il prezzo del cotone, che è una componente. E comunque gli aumenti rispecchiano i rincari della materia prima di 6 -12 mesi fa. Continueremo a monitorare l'andamento dei prezzi e ad adottare le misure necessarie».
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