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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2010 alle ore 09:12.
«Una svolta di fondamentale importanza per le imprese italiane». Confindustria accoglie con favore il voto di Starsburgo, e vede ormai in discesa la strada per l'approvazione definitiva da parte del consiglio Ue. Paolo Zegna, vicepresidente di Confindustria con delega all'internazionalizzazione, l'ha ripetuto senza stancarsi: «Il made in deve essere risolto a livello europeo». E così è andata, almeno in questa prima battuta parlamentare del regolamento Ue. «Il voto, quasi plebiscitario, mostra che la battaglia per l'etichettatura di origine obbligatoria per i prodotti dei paesi extra Ue sta guadagnando consensi – ha commentato Paolo Zegna – e, dai segnali che ci arrivano, anche governi finora ostili stanno mutando posizione.
È in crescita il numero delle "confindustrie" di altri paesi che hanno sostenuto il rapporto Made in». «Per noi italiani – ha aggiunto – è una grande soddisfazione vedere approvato per la prima volta non più un atto di indirizzo, ma - grazie ai nuovi poteri conferiti al parlamento dal Trattato di Lisbona - una decisione legislativa su un tema sul quale ci battiamo da molti anni. Il governo sa di poter contare su un appoggio incondizionato non solo di Confindustria, ma di tutte le realtà associative che in questi anni hanno condiviso con noi questa battaglia per trasformare l'importante "vittoria di tappa" odierna in successo definitivo. Quando la misura verrà definitivamente approvata dal Consiglio Ue, anche il consumatore europeo, come già oggi accade per quelli di tutti gli altri grandi paesi extra Ue, potrà finalmente beneficiare di una informazione fondamentale che gli assicura la necessaria trasparenza». Non ci sono note stonate nel coro dei commenti. A livello di territorio, il presidente dell'Unione Industriale Biellese Luciano Donatelli plaude al sì sul regolamento: «Un risultato che attendevamo. È stata la nostra battaglia». C'è soddisfazione tra le categorie: Franco Manfredini, presidente di Confindustria ceramica, commenta: «Quando sarà approvata, affiancherà la decisione del gennaio 2008 di Confindustria Ceramica sull'apposizione del marchio Ceramic Tiles of Italy per le piastrelle di ceramica prodotte in fabbriche italiane».