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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 20:09.
«Chiederemo presto un incontro al governo per presentare i primi risultati dei nostri colloqui»: lo ha detto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, al termine del tavolo, presso l'Abi, tra associazioni delle imprese, banche e sindacati per costruire un patto sociale condiviso per la crescita e la competitività.
«I gruppi di lavoro - ha spiegato Marcegaglia - hanno lavorato in questo periodo e abbiamo trovato un accordo su quattro dei sette punti in agenda, vale a dire «ricerca e innovazione, emergenza sociale, semplificazione e Mezzogiorno». Le parti, ha detto Marcegaglia, «si sono autoriconvocate tra 15 giorni per fare ulteriori avanzamenti sugli altri capitoli di lavoro, cioè spesa pubblica, fisco e produttività».
A proposito della detassazione del salario variabile, e della lettera inviata dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi - che chiede che almeno il 30% del salario possa essere collegato alla produttività e detassato per i redditi fino a 40 mila euro - la leader degli industriali ha spiegato che in Italia «solo il 5% del salario è variabile, contro una media europea del 40 per cento». E aggiunto: «Noi stessi abbiamo individuato questa anomalia e porremo questo argomento al tavolo».
Riferendosi invece agli accordi raggiunti al tavolo, la numero uno di viale dell'Astronomia ha spiegato che per ricerca e innovazione occorre rifinanziare «il credito di imposta anche nel 2011»: una misura che vale circa un miliardo. «Chiediamo che sia stanziato dal Governo - ha detto - e chiediamo anche controlli su strumenti automatici: Noi non siamo per le truffe ma per il sostegno a chi fa realmente ricerca e innovazione». L'auspicio, ha concluso Marcegaglia, che alcune di queste misure «entrino nel decreto Milleproroghe», come il sostegno a ricerca e innovazione e Sud.
L'accordo sugli ammortizzatori sociali ovvero «l'emergenza sociale» è stato illustrato dal leader della Cgil, Guglielmo Epifani: «Si è trovata una convergenza di tutti - ha spiegato - era la parte più urgente. Ci siamo posti dieci obiettivi, tra cui l'estensione della Cig in deroga, ma anche la richiesta di lavorare bene sulla cassa integrazione ordinaria, straordinaria e sui contratti di solidarietà». Sono infatti 650mila, ha ricordato Epifani, le persone in Cig e la crisi, anche se c'è stato qualche segnale di ripresa, «non porta soluzioni per l'occupazione».