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Gli Emirati si colorano di rosso Ferrari

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 06:40.


ABU DHABI. Dal nostro inviato
Un arco rosso, appese ci sono vecchie Ferrari d'epoca, e l'inconfondibile rombo di un motore del Cavallino Rampante danno il benvenuto, nel giornodell'inaugurazione, al più fantasmagorico parco divertimenti al mondo. Una gigantesca cupola d'acciaio, che ha richiesto 12mila tonnellate di metallo e grande quanto sette campi di calcio, color rosso ovviamente, è pronta ad accogliere 7mila persone al giorno. Sul tetto, ma solo da un aereo lo si può vedere, campeggia il più grande logo Ferrari mai realizzato, di 3mila metri quadrati.
È il Ferrari World, iper tecnologico e imponente parco divertimenti, che svetta sulla Yas Island di Abu Dhabi, la nuova Mecca del lusso mondiale, con un circuito di Formula 1 in procinto di debuttare tra un mese; un albergo, lo Yas Hotel, un cinque stelle costruito dentro la pista; e una marina che ospita 200 yacht: 20 attrazioni (non chiamatele giostre, è riduttivo), tra cui una super-montagna russa che va a 240 chilometri all'ora, tutte all'insegna del Cavallino Rampante.
Ieri ha aperto ufficialmente i battenti il più grande parco divertimenti coperto del pianeta: in mezzo al deserto, tra le dune di sabbia e i viali artificiali di palme autoirriganti degli Emirati Arabi, di fronte al Golfo Persico, con una temperatura che difficilmente scende sotto i 25 gradi anche d'inverno. Al grande pubblico, le porte di questa fantascientifica Disneyland targata Maranello si apriranno soltanto domenica: avrebbero dovuto farlo ieri, ma la morte improvvisa dello sceicco dell'emirato di Ras Al Khaimah ha consigliato un'apertura in tono minore.
Per la casa fondata da Enzo Ferrari un'immensa operazione marketing a costo zero. Per il made in Italy un'incomparabile vetrina sul ricco mercato mediorientale. Ferrari non ha messo un euro, ha dato in licenza il marchio e la sua immagine. Aldar, il potente braccio immobiliare del fondo sovrano Mubadala (ex azionista di Ferrari e proprietario di Piaggio Aero in Italia e accreditato di un interesse per l'As Roma) e proprietario di Yas Island, ha finanziato la costruzione della mega-struttura: un investimento – ma cifre ufficiali non ce ne sono – da 2 miliardi di dollari per il parco e di 40 miliardi, quando tutto il complesso (circuito, hotel e parco) saranno finiti.

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Tags Correlati: Arabia Saudita | Emirati Arabi | Enzo Ferrari | Formula 1 | Italia | Luca Cordero di Montezemolo | Marina Militare | Marketing | Mohamed Al Mubarak | Mubadala | Piaggio

 

C'è anche un guadagno economico, perché Maranello incasserà un minimo garantito (la somma è top secret) e royalties da ogni singolo biglietto venduto, ma per il gruppo presieduto da Luca Cordero di Montezemolo il ritorno è soprattutto in pubblicità e immagine (il Ferrari Store dentro al parco, sommerso da gadget e merchandising delle Rosse di Maranello, è il più grande al mondo): in Medio Oriente Ferrari vende 300 automobili all'anno (nella topten dei principali mercati), e, anche se l'azienda non lo ammette, è chiaro che l'attrazione del parco farà inevitabilmente da volano anche per il giro d'affari della Ferrari. Ad Abu Dhabi vivono un milione di persone, ma l'obiettivo del parco è di attrarre visitatori da tutta la penisola arabica. Soprattutto i 30 milioni di abitanti, con un reddito pro-capite assai elevato, dell'Arabia Saudita. Un mercato potenziale che fa gola e su cui Ferrari ha iniziato a lavorare quattro anni fa: risale a 2006 il primo incontro tra Montezemolo e Mohamed Al Mubarak, numero uno di Mubadala sul progetto di un parco a tema. Oggi, ha commentato il presidente della Ferrari intervenendo in video-conferenza alla cerimonia, «quella che sembrava un'idea, forse persino troppo ambiziosa, è diventata una fantastica realtà».
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