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Economia Politica economica

Tremonti: l'Unione europea produce più deficit che Pil, così non si può continuare

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 13:32.

Giulio Tremonti bacchetta la politica economica dei paesi europei e dice di avere molti dubbi su Basilea 3: «il rischio - spiega nel suo intervento alla 86esima Giornata mondiale del risparmio, a Roma - è che possa creare asimmetrie, tra il mondo bancario che finirebbe col diventare molto regolato e quello finanziario», che il ministro ha definito «shadow». Del resto, aggiunge Tremonti, «avevo criticato anche Basilea 2 che era fatta per proteggere dalla crisi ma poi la crisi é arrivata lo stesso».

Parlando poi di crisi, il titolare di via XX Settembre non ha risparmiato una stilettata ai paesi europei, che, ha detto, producono «più debito che ricchezza, più deficit che Pil. E così non si può più continuare». Tremonti ha sottolineato che «é evidente, guardando la carta geografica, che in tutta Europa é stata messa in atto dai singoli paesi una politica di rigore: l'intensità dei provvedimenti é stata diversa da paese a paese, ma è «a tutti chiaro che l'Ue produce più debito che ricchezza, più deficit che Pil e per affrontare le crisi future dell'economia non si potrà più ricorrere al debito pubblico», perché, ha detto, «non c'è un prossimo debito pubblico». Dopo la crisi, ha aggiunto, «l'attività di regolazione é centrale e strategica e lo Stability Board ha fatto un lavoro straordinario, importante per le cose scritte e gli impegni che dovranno prendere i governi in Europa, i parlamenti».

Tremonti ha dichiarato di condividere i dati esposti dal governatore di Bankitalia, secondo cui l'Italia ha un tasso di «sottoutilizzo» del lavoro dell'11% tenendo conto di cassintegrati e lavoratori scoraggiati. Si potrebbe anche condivedere, ha aggiunto il ministro, un altro punto di vista: «quello evidenziato da una ricerca di Confartigianato secondo cui in Italia esistono 400mila posti di lavoro che non vengono accettati». «Se la tua prospettiva è il posto fisso in una fondazione bancaria - ha detto Tremonti - la chance di disoccupazione è molto alta», così come se si dice «no grazie» a posti di lavoro da «infermiere, meccanico, sarto, apprendista», categorie civili che «vanno presentate in modo un pò diverso».

Il ministro ha anche parlato di banche e fisco e proposto l'idea

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Hanno capito benissimo che dalle ristrettezze della crisi non si uscirà per davvero prima di 4 o 5

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- che potrebbe arrivare con la riforma fiscale - di avere due aliquote, una più bassa per la proprietà industriale e commerciale delle banche e una piu alta per le attività finanziarie», mentre ha escluso la tassazione di rendite e Bot: «Non è la cosa giusta al momento giusto», ha detto. Ma ha aggiunto di essere comunque aperto «a tutte le ipotesi che possono arrivare, e in parte sono già arrivate da Assogestioni e Abi, su una possibile riforma delle attività finanziarie». L'Italia, ha spiegato Tremoni, «è tra i pochi paesi d'Europa che pianifica una riforma generale del fisco. La riforma non può essere fatta in deficit. L'Europa non ce lo consentirebbe. Deve essere fatta seriamente». Il responsabile del Tesoro ha sottolineato che la lotta all'evasione fiscale «è un fatto fondamentale» per poter finanziare la riforma. «Ma - ha tagliato corto - prima incassi i soldi poi fai riforma. Prima devi averli nel sacco».

Tremonti ha confermato l'impegno a reperire le risorse per la riforma dell'università, che definisce «fortemente condivisibile», mentre parlando del Fondo per la crescita dimensionale delle imprese, ha detto: «sta avendo un forte successo, che grazie alla tempistica molto apprezzabile da parte di Bankitalia, é il fondo più grande d'Italia, da quanto ci risulta ci sono già una settantina di proposte per investimenti diretti e tre per investimenti indiretti», ossia in fondi di fondi. Il Fondo , ha concluso Tremonti, «offre tempi più lunghi rispetto ai fondi privati e rendimenti non stressati, immediati».

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