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Economia Aziende

Le Poste sbarcano in Russia

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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2010 alle ore 06:39.


MILANO
Le Poste italiane guadagnano spazio sui mercati esteri e si apprestano a chiudere il 2010 con un portafoglio ricco di accordi internazionali. Un risiko a base di politica industriale e diplomazia quello che sta portando il gruppo guidato da Massimo Sarmi a sbilanciarsi (anche) verso l'estero, per un valore complessivo degli accordi che, nell'arco dei prossimi due anni, potrebbe essere stimato in 40-60 milioni di euro.
Tutto con una comprensibile predilezione per i paesi più "giovani", compresa qualche nota superpotenza che in fatto di recapito e servizi hi-tech finanziari sembra abbia qualcosa da imparare dall'Italia. Come la Russia – dove piace il BancoPosta ma anche il concetto di sportello multifunzione – fino alla piccola Albania, passando per Olanda, Arabia Saudita, Emirati, Libano, India e Argentina.
«La verità è che, al contrario di aziende come Fiat – sostiene Sarmi – riusciamo a mantenere in Italia gli stessi livelli di occupazione e insieme a esportare servizi di alta tecnologia fuori dal paese, per una formula che sta dimostrando di funzionare molto bene».
Delle varie partnership in giro per il mondo, una delle più interessanti è proprio quella con la Russia, dove già nel primo trimestre del 2011 – racconta Sarmi – dovrebbero partire i primi servizi finanziari "copiati" dal BancoPosta, per un contratto iniziato con la consulenza, "condito" con diversi gruppi di lavoro e terminato con una vera e propria fornitura di tecnologia made in Italy, che riguarda anche i temi della sicurezza. In marzo Poste aveva già firmato un duplice accordo con Russian Post che prevedeva l'ammodernamento della rete dei 40mila uffici russi, l'ottimizzazione della logistica e lo sviluppo della posta "ibrida", che trasforma un'e-mail in una vera missiva di carta.
L'ultimo accordo in ordine di tempo è invece quello che Sarmi firmerà il 5 novembre con l'Albania, che ha chiesto di potersi avvalere dell'infrastruttura di Postecom per l'emissione di certificati elettronici personali, per i web server e più in generale di certificati qualificati, con l'obiettivo di iniziare a offrire prodotti e servizi ai propri clienti nel giro di pochi mesi. Anche qui sul modello di BancoPosta e tra i prodotti principali che verranno offerti nel futuro ci sarà proprio la posta elettronica certificata.

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Tags Correlati: Albania | America del Sud | Banco Poste | Fiat | India | Italia | Libano | Massimo Sarmi | Prodotti e servizi | Russia

 

Dall'Est Europa al bacino del Mediterraneo, dove l'altro accordo di peso è quello con il governo egiziano per la creazione di un'infrastruttura logistica integrata per i servizi postali e di corriere espresso. L'intesa prevede che Poste italiane fornisca esperienza e know-how per lo sviluppo di un modello di trasporto «intermodale ecosostenibile in grado di migliorare il sistema di mobilità nazionale e di rispondere alle esigenze dell'economia egiziana e della popolazione», racconta Sarmi. Tra i progetti in cantiere, lo sviluppo di una raccomandata digitale internazionale e il lancio di una carta di credito prepagata, come la Postepay, per il trasferimento fondi internazionali «a costi contenuti».
Sui servizi digitali c'è anche il memorandum siglato in giugno con le poste libanesi, che stabilisce un'area di cooperazione per il miglioramento del sistema logistico-postale del paese e il lancio di servizi finanziari attraverso gli uffici postali. L'accordo riguarda anche la pianificazione logistica e tecnologica per la creazione di una rete di uffici postali mobili «in grado di rispondere con efficienza e dinamismo alle esigenze dei cittadini che risiedono nelle aree rurali o montane del paese».
Spostandosi più a Oriente, il gruppo di Sarmi è in gara per fornire alle Poste indiane il supporto hi-tech per il lancio del servizio di carta prepagata: è il modello di successo della Postepay, che piace anche all'Argentina, via d'accesso al ricco mercato del Sud America.
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