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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2010 alle ore 06:40.
ROMA
Trovare una soluzione su democrazia e rappresentanza sindacale per «via pattizia». È la "carta" che si appresta a giocare il neosegretario della Cgil, Susanna Camusso: «Stiamo lavorando ad una proposta da fare a Cisl e Uil, per darci delle regole comuni».
Non sfuggirà la novità, visto che finora l'iniziativa della Cgil era di fatto bloccata dalla decisione della Fiom di presentare una legge di iniziativa popolare. Pur aprendo all'avviso comune, Camusso non chiude la porta alla soluzione legislativa ma pragmaticamente spiega che «in attesa della legge ritengo sia utile un accordo con le controparti». E cita un precedente, l'accordo interconfederale del 20 dicembre del 1993 tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil sulla costituzione delle Rsu. Per la leader della Cgil il documento unitario del maggio del 2008 «può essere un punto di partenza, anche se il clima è profondamente mutato, in quella stagione l'accordo separato era l'eccezione ora rischia di diventare la regola». La proposta unitaria dovrà sciogliere il nodo di cosa accade di fronte ad un accordo separato, quali sono le procedure di consultazione. Camusso è convinta che «si risolverebbe anche il problema posto da Fiat dell'esigibilità dell'intesa separata di Pomigliano».
Ma la Cgil deve recuperare in capacità propositiva anche su un altro versante, quello contrattuale, in vista di gennaio del 2012, quando scadrà la sperimentazione quadriennale del nuovo modello firmato da tutte le altre sigle: «Dobbiamo utilizzare questo lasso di tempo per riconquistare il modello contrattuale con una nostra proposta su un modello universale, in grado di rappresentare tutti i lavoratori». Susanna Camusso sprona anche la Fiom a muoversi, visto che alla fine del 2011 scade il contratto che ha firmato: «Non si può arrivare alla scadenza senza che la Fiom abbia messo in campo una sua proposta». Ma non è solo la Fiom a «dover fare la propria parte», tutti devono capire che «è un errore pensare di poter cancellare con un tratto di penna un sindacato».
Nell'agenda del neosegretario Cgil il lavoro figura al primo posto: va rifinanziata la cassa in deroga, eliminato il tetto dei 10mila lavoratori in mobilità esclusi dalle norme pensionistiche introdotte dalla manovra estiva sulle finestre mobili, va data una risposta all'occupazione nel Mezzogiorno di giovani e donne. Non a caso "il futuro è dei giovani e del lavoro" è lo slogan della manifestazione del 27 novembre organizzata per chiedere al governo un cambio di marcia. Prima, il 12 novembre, partirà una campagna sui giovani: «Non siamo un sindacato di vecchi» sostiene la leader della Cgil citando l'esempio della Ficams (servizi) che ha iscritti con un'età media di 30 anni, «dobbiamo far di più, va rinnovato il gruppo dirigente per abbassare l'età media rapportandola a quella degli iscritti». Il giudizio di Susanna Camusso sul governo è tranchant: «non fa nulla per il paese, più dura e più continua a fare danni, quindi prima se ne va e meglio è».