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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2010 alle ore 08:10.
DUBAI - Parlano italiano i grandi mall di Dubai, regni dello shopping dei turisti facoltosi della costa del Golfo. Così come nelle case dei ricchi locali è di moda il mobile o la lampada made in Italy. Oltre che nelle infrastrutture, nelle energie rinnovabili e negli investimenti immobiliari, che ancora vanno avanti specie ad Abu Dhabi, sono i beni di consumola grande opportunità di business per le nostre aziende italiane. Grandi firme, oppure mane in Italy di qualità: prezioso, come i lampadari di Murano, esposti in grande quantità nello stand del Consorzio Luce in Veneto e prodotti dall'azienda di Venezia Voltolina alla Fiera Index di Dubai, la più grande nel golfo per arredamento e design, inaugurata ieri mattina e dove sono presenti più di 90 aziende italiane.
Dopo il 2009, in cui anche Dubai ha risentito della crisi, ora si sente aria di cambiamento. E sono alcuni numeri a dimostrarlo: le vendite a settembre ed ottobre dei prodotti di Altagamma, l'associazione che riunisce i grandi marchi italiani, sono cresciute del 25% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Ieri il direttore generale, Armando Branchini, si è incontrato con alcuni importanti retailer di Dubai, Al Habbar, che sta diversificando la sua attività dal real estate negli alberghi e nella distribuzione ed è propriario del nuovo Dubai Mall, poi con Chaloub, Al Tayer, Al Fahim e Haggiar. Da tutto sono arrivate conferme: i marchi di eccellenza italiani stanno andando bene , con un 2010 in crescita e in 2011 che si prospetta con un +15%, grazie anche all'aumento dei turisti, specie russi e asiatici.
Ad andare bene sono soprattutto gli accessori, gli unici elementoi di eleganza che possono sfoggiare senza vincoli le donne locali, coperte di nero: scarpe, borse, i cosmetici per il trucco, i profumi. Ma c'è un alro segmento che i grandi mall vogliono implementare: quel lusso accessibile che è anche'esso una forza del made in Italy. "Imprese di grande qualità, magari di nicchia, anche se non al livello di immagine dei grandi brand: vanno bene per i giovani, per chi cerca più tendenza, per quella nuova fascia di consumatori che aspirano ad arrivare al lusso", spiega Branchini.