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Indipendenza energetica con la green economy. Ai vertici in Italia per idroelettrico e fotovoltaico

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2010 alle ore 08:49.

Prima in Italia per numero di impianti idroelettrici. Quarta per numero e potenza delle installazioni fotovoltaiche. Negli ultimi anni, la regione Piemonte si è dimostrata in grado di rivaleggiare con Puglia e Lombardia per il primato italiano della produzione di energia da fonti rinnovabili. Secondo gli esperti, l'indipendenza energetica del territorio non è un sogno, ma un obiettivo molto concreto che potrebbe essere raggiunto nel giro di pochi anni. A patto, però, di coordinare al meglio il rapporto tra le imprese del settore e le istituzioni locali.

Le grandi potenzialità del territorio sono evidenti dall'enorme diffusione delle centrali da energie rinnovabili. Stando alle ultime rilevazioni del Gse, a fine 2009 in Piemonte erano presenti quasi 500 impianti idroelettrici, pari al 22% del totale italiano, in grado di generare quasi i 14% della potenza complessiva nazionale di energia da fonti idriche. Del resto il territorio subalpino è stato tra i primi a sfruttare massicciamente "l'energia bianca" fornita dal suo immenso patrimonio idrico.

Per quanto riguarda il fotovoltaico, al 3 novembre 2010 erano in funzione 8.334 impianti in tutta la Regione, di cui 3.200 in provincia di Torino e altri 2.000 circa a Cuneo, per una potenza di 130,14 mW (il 7% del totale nazionale). Il quantitativo maggiore di energia è prodotto dai 14 impianti di grandi dimensioni e con potenza superiore al mW presenti sul territorio, e in particolar modo dalle 10 installazioni di Alessandria, che da sole generano 13,5 mW.

Secondo Sara Gollessi, responsabile del settore idroelettrico per l'Associazione produttori di energia da fonti rinnovabili (Aper), «il 2009 è stato un anno particolarmente positivo che ha visto la realizzazione di un gran numero di nuovi impianti in Piemonte». La crescita, che sinora è stata guidata prevalentemente da piccoli installazioni, non va data per scontata. Negli ultimi mesi, l'amministrazione locale ha cambiato politica in materia di idroelettrico, preferendo incentivare la realizzazione di impianti di medie e grandi dimensioni. «Si ritiene che impianti più grandi permettano di produrre più energia con un costo ambientale minore – spiega Gollessi – in realtà, è molto difficile valutare l'impatto dei piccoli impianti sulla portata di corsi d'acqua già modificata da altre attività umane».

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Tags Correlati: Andrea Sasso | Edf Enr Solare | Guido Usseglio Prinsi | Irem | Sara Gollessi | Torino | Tutela ambientale

 

Si è giunti così all'attuazione di misure controverse come quella dei "certificati blu": la provincia di Torino ha istituito un premio di 10mila euro per i piccoli comuni con meno di 2.500 residenti che si impegnino a non richiedere autorizzazioni per derivazioni idriche. L'obiettivo è di limitare il proliferare di piccoli impianti che hanno portato al depauperamento dei corpi idrici montani. Critico il giudizio di Gollessi: «È paradossale che gli enti locali utilizzino denaro pubblico per disincentivare la realizzazione di impianti energetici da fonti rinnovabili».

Appelli alle istituzioni arrivano anche dal mondo delle imprese. Se il dibattito sul nucleare sembra ancora stagnare, molte aziende si sono lanciate nel business delle rinnovabili, sia per la produzione diretta di energia sia per quanto riguarda l'indotto ad essa collegato. Ad ottobre, il colosso francese Edf ha fatto il suo ingresso in Regione nel settore del fotovoltaico con la creazione di Edf Enr Solare, società nata da una joint-venture con la piemontese E++, a sua volta attiva da anni nel campo delle energie rinnovabili. Andrea Sasso, ad di Edf Enr Solare, dichiara: «Il territorio piemontese ha molto da offrire.

Basti pensare che alcune zone montuose hanno dei livelli di irraggiamento solare pari a quelli del centro Italia. Si può realisticamente puntare al raggiungimento dell'autonomia energetica, ma prima bisogna creare una filiera economica sul territorio che vada dalla manutenzione alla gestione degli impianti tramite la cooperazione tra aziende e istituzioni. Purtroppo sul nostro territorio questo genere di cultura è ancora assente, mentre un buon team pubblico-privato sarebbe indispensabile per lo sviluppo delle rinnovabili in Piemonte».

Guido Usseglio Prinsi, responsabile del settore micro centrali idroelettriche per la società piemontese Irem, aggiunge: «L'idroelettrico non può sopperire interamente al deficit energetico, ma un suo corretto utilizzo con un monitoraggio della portata dei piccoli corsi idrici è sicuramente auspicabile. È importante sottolineare, d'altro canto, l'impegno della Regione sul fronte R&S, con una grande attenzione verso i poli di innovazione come quello di Vercelli».

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