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Economia Politica economica

Romani: Rossignolo propone una ragionevole soluzione per Termini Imerese

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 21:55.

Per lo stabilimento siciliano Fiat di Termini Imerese la soluzione potrebbe essere vicina e passa per l'imprenditore piemontese di auto di lusso Gian Mario Rossignolo. Almeno a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate al termine dell'incontro con i sindacati sul piano industriale del Lingotto dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, che ha definito la proposta presentata da Rossignolo una «ragionevole soluzione».

Il titolare del ministero ha espresso dunque una chiara indicazione a favore della ricetta dell'imprenditore piemontese. «Ci auguriamo che se ognuno fa la propria parte possa essere una ragionevole soluzione - ha spiegato Romani - mi pare che siamo abbastanza avanti». Il ministro ha inoltre spiegato che Fiat ha dato la disponibilità a «collaborare» e che gli uffici del ministero e Invitalia (l'advisor incaricato dal ministero di valutare le proposte in campo, ndr) stanno lavorando insieme a Rossignolo su questo progetto industriale.

A margine dell'incontro con i sindacati, Romani ha poi spiegato di aver lui stesso incontrato Rossignolo. Il ministro ha quindi aggiunto che tra le proposte «arrivate per l'automotive ci sembra la più consona alla tipologia dello stabilimento e alla produzione». Romani ha poi spiegato che l'imprenditore avrebbe espresso il desiderio di non voler aspettare fine 2011 ma di voler avviare il progetto prima della scadenza del prossimo anno. Non sarebbe stato però ancora affrontato il problema dell'indotto anche se, ha spiegato Romani, «la produzione è la medesima ma i volumi sono diversi». Comunque ci sarebbero state garanzie sulla salvaguardia occupazionale dell'intero stabilimento di Termini Imerese. Quanto al tipo di produzione il ministro si è limitato a dire che si tratterà di macchine di prestigio. Nel sito di Termini Imerese il gruppo De Tomaso di Rossignolo avrebbe in programma la realizzazione di due vetture compatte del segmento luxury.

No del ministero al tavolo trilaterale proposto da Cgil e Uil. Quanto alla richiesta, avanzata da Cgil e Uil, di un tavolo tra governo, sindacati e azienda sul piano Fiat, il ministro ha respinto la proposta sottolineando che «è troppo presto» per un passo del genere. Critica la numero uno del sindacato della Cgil. «Abbiamo detto al ministro - ha spiegato Susanna Camusso - che è nella responsabilità di un governo sapere che cosa intende fare la più grande impresa produttrice di automobili di questo paese: abbiamo capito che il ministro non intende assumersi questa responsabilità». Contrario all'ipotesi di un tavolo trilaterale il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. «Abbiamo discusso di avere un luogo per ponderare ciò che succede riguardo alle linee generali del piano, un luogo di monitoraggio generale. Ma quello che serve subito è una verifica sito per sito, a partire da Torino. Marchionne deve convocarci entro dieci giorni, perché Mirafiori è il sito più importante e su quello si può verificare la congruità dell'intero piano "Fabbrica Italia"». Per Luigi Angeletti della Uil, «un intervento del governo si giustifica se le parti sono d'accordo ma questo è presto per affermarlo. Noi vogliamo vedere soltanto se Fabbrica Italia parte».

Tags Correlati: CGIL | Cisl | De Tomaso | Fiat | Gian Mario Rossignolo | Imprese | Luigi Angeletti | Paolo Romani | Raffaele Bonanni | Susanna Camusso | Termini Imerese | Uil

 

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