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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 12:30.
I timidi segnali di ripresa del mercato immobiliare non contagiano il segmento delle costruzioni. L'Osservatorio semestrale pubblicato oggi dall'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori edili, fotografa una situazione ancora in pericolosa discesa. Una crisi che nelle parole dell'Ance non si esaurirà nel 2010 ma persevererà anche nel corso dell'anno successivo.
Per quanto concerne il segmento delle nuove abitazioni, in particolare, gli investimenti sono scesi del 3,7% nel 2008, del 18,8% nel 2009 – il valore complessivo si è attestato a quota 32.152 milioni di euro - e, secondo le stime, chiuderanno il 2010 con un calo del 12,4% e il 2011 in discesa di un ulteriore 4 per cento.
Nel quadriennio 2008-2011 gli investimenti per la costruzione di nuove abitazioni segneranno un calo del 34,2% contro un calo complessivo degli investimenti in costruzioni (che comprendono anche opere di manutenzione per le abitazioni quanto opere non residenziali pubbliche e private) del 17,8%, pari a una perdita di valore di 29 miliardi di euro. Dopo nove anni di crescita i volumi di produzione del settore sono tornati ai livelli registrati alla fine degli anni Novanta.
Stabile invece la situazione dei lavori di manutenzione per le costruzioni residenziali che nel quadriennio considerato vede gli investimenti calare solamente dello 0,4 per cento. Bisogna sottolineare che il peso dell'edilizia abitativa sul totale della produzione è superiore a quello delle costruzioni non residenziali sia di natura pubblica che privata (a fine 2010 la stima è quasi 74 miliardi di euro contro 62 miliardi).
Per le costruzioni in generale il valore complessivo degli investimenti a fine 2009 è stato pari a 142.466 milioni di euro. La stima per la fine dell'esercizio 2010 è invece pari a 136.000 milioni di euro e per il 2011 di 135.486 milioni di euro. Una situazione compromessa che si ripercuote sul segmento del lavoro. L'Ance stima in 180mila i posti di lavoro persi dall'inizio della crisi. Nel 2011 si stima una ulteriore perdita di 30mila posti di lavoro, che sommati ai posti persi nei settori collegati, porteranno a un calo dei lavoratori pari a 290mila unità.
Secondo l'analisi dell'Ance la minor offerta di nuovo che si è riversata sul mercato non ha potuto assorbire la domanda del numero di famiglie che si sono formate negli ultimi anni. Per questo motivo il nuovo offerto non ha messo sotto pressione i prezzi del mercato delle abitazioni. Questo spiegherebbe perché la contrazione del numero di abitazioni vendute negli ultimi tre anni (2006-2009) non è stata accompagnata da una significativa riduzione delle quotazioni. E oggi la ripresa delle transazioni registrata nel primo semestre 2010 (+4,4% sullo stesso periodo 2009 a quota 313mila abitazioni passate di mano) dovrebbe mettere al riparo da crolli dei prezzi.