Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2010 alle ore 13:53.
Laboratorio Bovisa per le bonifiche. Mentre la città si interroga su Santa Giulia e Calchi Taeggi, è sull'area dei gasometri a nord ovest di Milano che il Comune sperimenta procedure innovative per gestire il processo di messa in sicurezza dei terreni: qui la riqualificazione di 87 ettari resta arenata da più di 13 anni.
Il Politecnico di Milano, proprietario del 20% dell'area, in queste ore è alle prese con l'allarme dell'Arpa che segnala emissioni di gas inquinanti dal sottosuolo proprio all'interno di Legolandia, l'insediamento universitario così battezzato dagli studenti di Bovisa, sorto a due passi dagli ex gasometri. Nello storico quartiere operaio si parla da decenni di riqualificazione. «Il primo accordo di programma, stipulato nel 1997, prevedeva che la bonifica fosse fatta dal Comune – racconta il rettore del Politecnico, Giulio Ballio –. La nostra situazione è paradossale: negli anni Novanta abbiamo comprato pagando 24 miliardi di vecchie lire dei terreni su cui dovevano nascere i futuri insediamenti, ma il Comune ce li doveva consegnare bonificati». Tutto si è bloccato subito dopo, in seguito ad alcuni ricorsi amministrativi contro la gara d'appalto (indetta a luglio 2000) per aggiudicare il primo lotto da bonificare. Nel 2001 fu lo stesso Carlo Masseroli, attuale assessore all'Urbanistica – allora consigliere di Forza Italia –, a invitare pubblicamente «il sindaco e la giunta, allora guidata da Gabriele Albertini, a sollecitare la bonifica in Bovisa».
Un secondo progetto è stato elaborato da Metropolitana Milanese Spa e inviato al ministero dell'Ambiente, che nel frattempo nel 2002 aveva riconosciuto l'area come sito come di interesse nazionale, quindi soggetto alle procedure e al controllo di Roma. A 10 anni dalla sua sottoscrizione l'accordo di programma è scaduto per mancanza di fondi e di progettualità. Così il Comune ha deciso di allargare il perimetro dell'intervento, coinvolgendo tutti gli altri soggetti privati proprietari di terreni nelle vicinanze: il developer Euromilano, Ferrovie Nord, A2A, Camera di Commercio di Milano ed Esselunga, che possiede una porzione di terra tra piazzale Lugano e la stazione ferroviaria. Nel 2009 Euromilano ha presentato il masterplan, firmato dallo studio Oma dell'architetto olandese Rem Koolhaas: «un'ipotesi di natura estetica su cui abbiamo iniziato a lavorare», precisa Masseroli. Le stime dei costi di bonifica allora si aggiravano intorno agli 80 milioni.