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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2010 alle ore 06:40.
PARIGI - La Francia blocca a un passo dal traguardo, e forse anche un pò più in là, una commessa militare praticamente già assegnata all'Iveco, in partnership con un'azienda alsaziana. Lo ha rivelato ieri il quotidiano Les Echos e le parti in causa, sia pure con sfumature diverse, confermano.
Tutto comincia nell'estate del 2008, quando la Direzione generale del l'armamento (Dga) francese vara un bando di gara per la fornitura di oltre 1.800 camion "polivalenti". Presentano un'offerta Iveco, associata per l'occasione con Lohr, e Renault Trucks.
Un mese fa al gruppo italiano viene comunicato di essere stato scelto per la fornitura. Certo, per la notificazione finale servono ancora alcuni passaggi procedurali ma insomma, è fatta. La commessa è di circa un miliardo. Iveco, al quale andrà qualcosa in più del 50%, realizzerà gli chassis nello stabilimento ex Lancia di Bolzano dov'è localizzata la produzione di tutta la divisione difesa, mentre Lohr si occuperà della cabina, dell'assemblaggio e dell'accessoristica.
Poi l'improvviso stop. Renault Trucks, confermano alla Dga, ha presentato un ricorso "precontrattuale" e quindi la procedura viene sospesa. Iveco inizialmente pensa a un comunicato, poi lascia perdere. Lohr insorge: per noi questa commessa vuol dire assicurare nove anni di lavoro a un centinaio di addetti, e adesso?
Si fa intanto strada il sospetto che dietro il ricorso, e la sospensione, ci sia l'ennesimo episodio di nazionalismo economico. Com'è già avvenuto con la presa di posizione, durissima, del governo francese nei confronti di Eurostar, reo di aver scelto i treni tedeschi di Siemens e non quelli "indigeni" di Alstom.
Se infatti Renault Trucks da ormai una decina d'anni (dal 2001, per l'esattezza) è di proprietà di Volvo, ha ancora una forte presenza industriale in Francia. Come d'altronde sottolinea un portavoce: «Dei 14mila dipendenti del gruppo oltre 10mila sono in Francia. E in Francia, a tutto vantaggio dell'occupazione locale, vengono realizzati i prodotti della divisione difesa destinati alle forze armate francesi».
L'ipotesi più probabile, a questo punto, è che si arrivi a una soluzione che suddivida la fornitura. Meno lavoro ma per tutti. Purché in Francia.