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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 06:40.
MILANO
Archiviati i festeggiamenti per lo sbarco del cinquemilionesimo viaggiatore – è successo lunedì scorso, una signora in arrivo da New York via Monaco di Baviera – l'aereoporto di Bologna incassa l'ennesimo record positivo.
È lo scalo che ha fatto registrare nel mese di ottobre la più alta percentuale di crescita, 17,6%, decisamente più alta della media degli aeroporti che fanno parte dell'associazione italiana gestori aeroporti: +11,59. Una crescita, quest'ultima, generalizzata e che fa ben sperare dopo un lungo periodo di difficoltà legato alla crisi economica.
Bene i maggiori scali, con un progresso a doppia cifra per Fiumicino (+11,6% e Malpensa (+11). Conferma la terza piazza in Italia Linate, il «city airport» di Milano, con una crescita dell'8,7% mentre Orio al Serio realizza un +11,4%. Scorrendo i dati, tuttavia, spicca la performance di Bologna, che con 500mila e 491 passeggeri ha realizzato un balzo notevole rispetto allo stesso mese del 2009.
Media che Bologna ha tenuto anche da inizio anno, con una crescita del 14,8% nel periodo gennaio-ottobre 2010: incremento più che doppio rispetto al resto del mercato italiano.
Non enfatizza il dato locale, il presidente dello scalo bolognese Giuseppina Gualtieri. Però tiene a sottolineare che «la performance sta a dimostrare che la crisi è alle spalle». «Per quanto ci riguarda – aggiunge Gualtieri – raccogliamo gli effetti della profonda ristrutturazione avviata negli anni scorsi.
Un elemento vincente si sta rivelando la convinzione che l'intermodalità sia un'arma in più. L'alta velocità, per noi, non è mai stata una concorrente, anzi. Proprio al contrario di quanto è successo in altri settori».
Su base internazionale, a ottobre la domanda del traffico aereo passeggeri ha segnato una crescita generalizzata del 10,1 per cento su anno, superata dal traffico cargo che è aumentato di 14,4 punti percentuali.
Secondo Giovanni Bisignani, amministratore delegato di Iata, «c'è un ritorno della crescita secondo modelli normali».
E in effetti il traffico passeggeri risulta del 5% superiore ai livelli di inizio 2008 (+4 per cento per quanto riguarda l'Europa) e quello cargo superiore dell'1 per cento.
«Dove andremo nei prossimi mesi – aggiunge Bisignani – dipende dallo sviluppo dell'economia globale. Gli Stati uniti spendono per spingere l'economia, l'Asia, ad eccezione del Giappone, corre e l'Europa stringe ancora la cinghia. Il quadro non è chiaro, anche se la ripresa sembra rafforzarsi».