House Ad
House Ad
 

Economia Aziende

I piani di rilancio per Mirafiori

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 06:40.

La Fiat dovrebbe confermare oggi i volumi produttivi per lo stabilimento di Mirafiori e svelare ai sindacati le linee generali del piano prodotti che dovrebbe sostenerli. Potrebbe inoltre mettere sul tavolo, in cambio delle concessioni sui metodi di lavoro chieste ai lavoratori, un consistente pacchetto di investimenti per il rinnovamento della fabbrica, un po' come ha già fatto con Pomigliano.

L'amministratore delegato Sergio Marchionne è in questi giorni a Torino, ma probabilmente non parteciperà in prima persona all'incontro di oggi; la delegazione sarà guidata da Paolo Rebaudengo, responsabile delle relazioni industriali Fiat. Lunedì Marchionne incontrerà invece gli analisti finanziari della comunità milanese, per presentare il previsto piano di spinoff – un incontro che segue quello di due settimane fa con i colleghi stranieri, e dal quale non sono attese novità di rilievo. Il piano presentato lo scorso 21 aprile alla comunità finanziaria prevedeva per Mirafiori a regime (ovvero nel 2014) una produzione compresa fra le 250mila e le 280mila unità su due piattaforme: i segmenti B e C. Quest'ultima è la cosiddetta C-wide, un'evoluzione della piattaforma della Giulietta che farà da base alla futura Giulia e a una serie di modelli Chrysler, il primo dei quali dovrebbe essere – alla fine dell'anno prossimo – l'erede della berlina Dodge Avenger. La prima è quella che già ora coinvolge l'Alfa Romeo Mito e che inizialmente doveva riguardare anche i due monovolume L0 e L1, la cui produzione Marchionne ha poi deciso di spostare in Serbia. Se i volumi produttivi verranno come si prevede confermati, la squadra Fiat dovrà spiegare come intendere colmare il vuoto aperto dal trasferimento dei monovolume in Serbia.

Oggi Fiat potrebbe non scoprire con i sindacati tutte le carte sui singoli modelli. Quelli in arrivo dovrebbero comunque essere basati – come già anticipato lo scorso 21 aprile – sulla piattaforma C che costituirà uno degli assi portanti della cooperazione con la Chrysler: dalla futura erede dell'Alfa Romeo Giulia ai SUV – sempre per il marchio del biscione – previsti a piano nei segmenti C e D, e la cui produzione era inizialmente prevista negli Usa. Non riguarderà invece Mirafiori il primo frutto a marchio Fiat della cooperazione con l'alleata americana: un crossover di medie dimensioni derivato della Dodge Journey il quale – ha confermato proprio ieri Sergio Cravero, responsabile della pianificazione prodotto di Fiat Auto – verrà presentato al Salone di Ginevra a marzo e farà il suo esordio nei mesi successivi. Questo modello Fiat verrà prodotto, come la 500 "americana", nello stabilimento messicano di Toluca, sulla stessa linea della vettura da cui deriva.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Alfa Romeo | Attività sindacale | Cesare Romiti | Chrysler | Fiat | Fiom | Ford | General Motors | Giorgio Airaudo | Mirafiori | Paolo Rebaudengo | Serbia | Sergio Cravero | Sergio Marchionne | Stati Uniti d'America | Vittorio Ghidella | Voyager

 

Le ipotesi di cui sopra non sono ancora stabilizzate e potrebbero cambiare ancora, come del resto è accaduto più volte negli ultimi dodici mesi: rispetto al piano prodotti presentato da Marchionne meno di un anno fa (il 22 dicembre 2009) a Governo e sindacati ci sono state almeno un paio di cancellazioni e altrettanti slittamenti. «Non scommetterei che il prodotto che ci verrà annunciato oggi sarà quello definitivo – dice Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom. – Lo stesso Marchionne ci ha detto che il piano prodotti della Fiat è un work in progress, un cantiere aperto». Un cantiere dove l'incertezza sulle relazioni industriali nei singoli stabilimenti si è sommata alla volontà di risparmiare sugli investimenti in un mercato europeo dell'auto particolarmente debole.

Un'altra debolezza, quella del dollaro, e la profonda ristrutturazione degli impianti Chrysler con l'amministrazione controllata, pongono a Marchionne un problema addizionale: le fabbriche dell'alleata americana (comprese quelle in Canada e in Messico) sono diventate molto più competitive nel confronto con quelle europee. Non solo quindi arriveranno l'anno prossimo in Europa dall'America – come previsto fin dall'inizio – le nuove Lancia/Chrysler basate sul monovolume Voyager e sulla berlina 300C; ma è sempre più difficile giustificare dal punto di vista economico una produzione di vetture in Europa per l'esportazione verso l'area del dollaro (a piano era previsto per il 2014 l'export verso i Paesi Nafta di 5 modelli per oltre 100mila unità). Per questo motivo, per esempio, i futuri SUV Alfa Romeo o Maserati su base Jeep Grand Cherokee, di cui Marchionne ha parlato nelle scorse settimane, verrebbero, salvo sorprese, prodotti a Detroit.

Il futuro di Mirafiori passerà comunque per un approfondimento della cooperazione tra Fiat e Chrysler, così come il destino dell'intera Fiat è ormai legato a doppio filo a quello dell'azienda americana. Un destino, quello transatlantico, che è nel Dna di Fiat (dagli approcci con Ford alla fallita joint venture con General Motors) e che fu vent'anni fa alla base del divorzio con uno dei suoi manager di maggior successo: Vittorio Ghidella. In un'intervista alla tv svizzera ripresa dal mensile «Quattroruote», l'ex manager del Lingotto afferma che l'intesa con Ford saltò per «contrasti di natura provinciale» sulla rinuncia a determinati poteri del management. E i contrasti con Cesare Romiti derivavano dal fatto che quest'ultimo «preferiva sfruttare i vantaggi del rilancio di Fiat Auto per investire in altri settori».

Shopping24

Da non perdere

Per l'Italia la carta del mondo

Mentre la crisi reale morde più crudelmente, mentre i mercati finanziari saggiano possibili

In Europa la carta «interna»

Batti e ribatti sui nudi sacrifici degli altri, sull'algido rigore senza paracadute e prima o poi

La commedia di Bruxelles

Al Parlamento europeo è andato in scena il terzo atto di una commedia dal titolo: Regole per le

Guarguaglini: ecco le mie verità

«Ho sempre detto che ero innocente, le conclusioni delle indagini lo dimostrano: nell'archiviazione

Una redistribuzione di buon senso

Arrivano dal ministero della Giustizia le nuove piante organiche dei tribunali. Un intervento

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da