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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 06:40.
ROMA
Per Mirafiori si profila lo "schema Pomigliano". Questa mattina la delegazione aziendale guidata dal responsabile delle relazioni industriali, Paolo Rebaudengo, presenterà ai rappresentanti dei sindacati di categoria (Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl) e dell'Associazione quadri e capi Fiat richieste analoghe a quelle già formulate per l'impianto campano, in un piano che riguarda i 5.500 dipendenti delle carrozzerie e che indicherà il livello di investimenti e i modelli di auto: in sostanza, per garantire il massimo utilizzo degli impianti serve più flessibilità, va assicurato il ricorso agli straordinari quando serve, e va garantita la governabilità dell'impianto.
L'azienda chiederà ai sindacati un'adesione al progetto che sul versante dell'organizzazione del lavoro prevede una diversa turnazione. Secondo fonti sindacali Fiat proporrà 18 turni come a Pomigliano (o meglio, 17 turni, visto che il diciottesimo coincide con lo straordinario comandato) per sette ore e mezza di lavoro e mezz'ora di pausa mensa. In alternativa, per assicurare la saturazione degli impianti, secondo i sindacati c'è anche l'ipotesi di una turnazione di 10 ore al giorno per 4 giorni. Un'altra novità, sempre secondo i sindacati, è rappresentata dalla produzione di un nuovo modello di fascia alta, un Suv che potrebbe essere realizzato con una joint venture con Chrysler.
Resta da capire se Fiat intende creare una newco anche per Mirafiori, così come è avvenuto per Pomigliano. Questa ipotesi vedrebbe la netta contrarietà della Fiom. «La Fiat non può pensare in ogni fabbrica di chiudere lo stabilimento e riaprirlo con un nuovo contratto – sostiene Enzo Masini (Fiom) –. Sul versante dei turni non possono far lavorare in catena di montaggio più delle 8 ore contrattuali, perchè si metterebbe a rischio la sicurezza e la salute dei lavoratori». Mentre un atteggiamento più disponibile sulla newco è stato espresso dalla Cisl, per voce del leader Raffaele Bonanni e dalla Uilm purchè venga confermato il contratto nazionale: «Mi auguro che l'azienda venga al tavolo con idee precise su modelli e investimenti – spiega Rocco Palombella –. Alla trattativa la Fiat non deve presentarsi con la logica del "prendere o lasciare". Il modello Pomigliano è stato importante, ma su Mirafiori si deve avviare una fase diversa, di tranquillità e sicurezza per i lavoratori».