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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 14:41.
Primo flash. «Quante di voi hanno un'auto?». Quasi tutte alzano la mano. «Quante di voi hanno una borsa?». Tutte alzano la mano. «E allora perché nelle macchine che guidiamo non c'è il posto dove mettere la borsa? Poi le case costruttrici dicono che c'è la crisi... ma se non costruiscono i prodotti attorno ai loro clienti, come credono di fidelizzarci?». Ovazione del pubblico in sala. Quasi tutto composto da donne, accorse per la presentazione nella sede del Sole 24 Ore del libro «Rivoluzione womenomics» (editrice Gruppo24Ore) della guru del marketing al femminile Avivah Wittemberg-Cox.
Secondo flash. «Nelle famiglie non entra un'auto nuova senza l'approvazione di una donna nel 63% dei casi. E non in America, ma qui, in Italia. Eppure quando abbiamo intervistato i produttori per la versione italiana del libro di Boston consulting group (Bcg) "Le donne vogliono di più" (Etas), è emerso quanto stentino ancora a considerare l'universo femminile come un segmento su cui investire. Un peccato». Scuote la testa Monica Regazzi, partner & managing director di Bcg Milano, mentre poggia le lunghe mani sul pancione nel quale è accoccolata la primogenita, in attesa di vedere la luce la settimana prossima (auguri!). Allarga le braccia e alza lo sguardo al soffitto anche il senior partner Nicola Pianon: «il marketing sulle italiane è tutto da riscrivere, ma a voler vedere la bottiglia mezza piena, possiamo dire che c'è molto lavoro da fare».
Terzo flash. «Qui parliamo di sostenibilità, ma gli spot televisivi sono diventati insostenibili, diciamolo francamente. Che bisogno c'è di mettere donne svestite per vendere servizi telefonici? E perché non riusciamo a uscire dal cliché stantio degli acquirenti come consumatori, piuttosto che come decisori?». Applauso convinto dalla platea di manager del marketing e della comunicazione responsabile, alla cerimonia di consegna degli Ethic awards del periodico Gdo week, per Paolo Iabichino, direttore creativo in Ogilvy. Vale a dire, uno dei più stimati pubblicitari italiani, fresco autore del libro-verità «Invertising».
Questi tre flash non vengono da un convegno fuori tempo massimo di suffragette: accomunano guru del marketing stimati a livello internazionale. Tutti d'accordo su un tema: le imprese possono applicarsi di più per servire al meglio le loro clienti (non consumatrici). Anche quelle che comprano un'auto o che su un simile acquisto del compagno possono esercitare un veto o un'influenza decisiva.