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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2010 alle ore 06:41.
Diminuiscono gli stipendi degli operai, restano pressoché invariati quelli dei dirigenti mentre crescono le retribuzioni dei quadri e la busta paga degli impiegati si fa più pesante.
E se il Nord Ovest del Paese si conferma come l'area in cui gli stipendi sono più elevati e il Nord Est non fa registrare variazioni significative rispetto agli anni scorsi, il Sud e le Isole sprofondano ancora più indietro nelle classifiche internazionali, con una drastica diminuzione del potere d'acquisto dei lavoratori. Che per il 2011 devono aspettarsi «una crescita delle retribuzioni, al lordo dell'inflazione programmata, nell'ordine del 2-3% annuo per tutte le categorie».
Considerazioni scritte nero su bianco nell'undicesimo Rapporto sulle retribuzioni in Italia elaborato da Od&M consulting, che ha analizzato quasi 750mila profili retributivi di dipendenti privati in rappresentanza di oltre 15 milioni di persone, raccolti dal 2005 e fino al terzo trimestre del 2010. Informazioni che consentono di monitorare il "valore" delle diverse professioni e di tracciare i trend annuali delle retribuzioni delle varie classi di lavoratori. «Per colpa della crisi - spiega Mario Vavassori, amministratore delegato di Od&m e docente al Politecnico di Milano - le aziende hanno tagliato in primo luogo operai e dirigenti, che quindi hanno perso molto del proprio potere contrattuale. Un fatto che si riflette sulle retribuzioni, diminuite in valori assoluti per i primi e se rapportate all'inflazione per i secondi, ma che ha come contraltare la condizione di quadri e impiegati, i cui stipendi sono aumentati di oltre il 3,5 per cento».
Secondo il Rapporto, infatti, se nel 2010 i dirigenti hanno potuto beneficiare di una crescita dello stipendio di appena lo 0,1% (con una retribuzione media lorda di 104.412 euro), gli operai hanno subito una flessione dello 0,2%, passando dai 21.723 euro del 2009 ai 21.673 del 2010. Discorso invertito, invece, per quadri e impiegati, che con una crescita delle retribuzioni del 3,5% e del 3,8% si sono attestati rispettivamente sui 53.608 e 27.147 euro all'anno. Dal punto di vista territoriale, poi, si conferma il primato del Nord Ovest come area cui sono associati i valori retributivi medi più alti, mentre il Sud e le Isole peggiorano ancora le prestazioni rispetto agli anni precedenti. Così se un dirigente impiegato in Lombardia guadagna in media 106mila euro lordi all'anno, un collega assunto in un'azienda del Meridione non supera i 93mila euro lordi, con un differenziale del 10,9% a vantaggio del primo.