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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 07:46.
Niente di fatto. La riunione a tre tra i sindacati metalmeccanici, Fiom, Fim e Uilm è servita soltanto a sancire l'ennesima spaccatura tra le tre sigle sindacali.
Le organizzazioni non hanno trovato un'intesa su come proseguire la trattativa con la Fiat. Per Fim e Uil, il dialogo può andare avanti, pur con la sottolineatura che la base di partenza del negoziato è il contratto nazionale di lavoro. Per la Fiom, che ha riproposto al tavolo ieri pomeriggio la legge sulla rappresentanza sindacale di cui si era fatto promotore il segretario generale, Maurizio Landini, non si può procedere.
«Distanze incolmabili», le hanno definite Fim e Uilm, che sono disponibili sia a riprendere il confronto con la Fiat, sia ad andare al tavolo convocato da Federmeccanica per individuare discipline specifiche per l'auto. La data è ancora da fissare: Federmeccanica aveva indicato una prima ipotesi per domani, 15 dicembre, ma l'appuntamento è slittato e si potrebbe tenere lunedì della prossima settimana.
«Stiamo lavorando intensamente e credo che arriveremo ad un risultato positivo e soddisfacente per Fiat», aveva detto nel pomeriggio, intervistato da Radio 24, il presidente di Federmeccanica, Pierluigi Ceccardi. «Non so se nascerà un'altra organizzazione per l'industria dell'auto, Fiat ha delle esigenze e le porta avanti per rendere il paese più competitivo. Non c'è nessuna intenzione di fare torti a Confindustria e i nostri rapporti restano eccellenti».
Si andrà avanti nei prossimi giorni, quindi. «Siamo disponibili a ragionare su discipline specifiche che possano portare più innovazione e più flessibilità all'azienda e prevedere una disciplina per il settore auto. Ma il contratto dell'auto non ci sembra necessario», ha detto il numero uno Cisl, Giuseppe Farina. «Si può prevedere anche una gestione transitoria, fuori dal sistema. L'importante è che a regime si confermi il sistema contrattuale e si ritorni alla normalità. Spero che comunque il periodo transitorio sia più breve possibile. In ogni caso i trattamenti devono restare in un quadro di garanzie previste per tutti i lavoratori».
Sulla stessa posizione Rocco Palombella, numero uno della Uilm: «La trattativa la vogliamo fare, diciamo anche che il contratto non si tocca, ma che se si sono delle necessità siamo disponibili a discuterne, a vedere se è possibile un accordo su una disciplina specifica».