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Economia Lavoro

Disoccupazione terzo trimestre in crescita. Sacconi: siamo sotto la media. Per i sindacati è emergenza

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2010 alle ore 16:53.

Il tasso di disoccupazione in Italia è salito a ottobre all'8,7% dall'8,4% di settembre. Lo rende noto l'Istat sottolineando che si tratta del livello più alto dall'inizio delle serie storiche nel gennaio 2004. Nella media del terzo trimestre il tasso di disoccupazione risulta invece pari all'8,3% con un calo di un decimo di punto rispetto al secondo e un aumento di tre decimi rispetto allo stesso periodo del 2009.

Sacconi, l'impatto della crisi resta sostenuto
Il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, prova a guardare l'aspetto positivo della vicenda: «La rilevazione trimestrale sulle forze di lavoro dell'Istat ci consegna la prima diminuzione del dato di disoccupazione dopo sette trimestri, a un livello distante quasi due punti dalla disoccupazione media europea. L'Italia continua a mantenere contenuto l'impatto della crisi grazie all'uso massiccio di cassa integrazione, anche in deroga, e di contratti di solidarietà». Per il ministro del Lavoro rimane «ovviamente significativa la disoccupazione giovanile e femminile soprattutto nel Mezzogiorno, cronica espressione del divario di sviluppo del Sud e del disallineamento tra le competenze richieste e quelle disponibili nei più giovani». Ma anche qui c'è una risposta che secondo Sacconi si realizza «attraverso il Piano straordinario per il Sud e il Piano per l'occupabilità dei giovani, del quale é stato recentemente approvato l'accordo con Regioni e Parti sociali per la promozione dell'apprendistato ed é ormai prossima al varo definitivo la riforme dell'università».

Camusso, crescita disoccupazione «allarmante»
Lettura naturalmente di segno opposto quella effettuata da Susanna Camusso: il segretario generale della Cgil definisce infatti «allarmante» la crescita del tasso di disoccupazione che ad ottobre, secondo i dati forniti dall'Istat, è salito all'all'8,7% dall'8,4% di settembre, al top dal 2004. «Se al tasso di disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il 24,7% e toccato un massimo del 36% per le donne nel Mezzogiorno, aggiungiamo il numero degli scoraggiati, vale a dire di coloro che hanno rinunciato a cercare un lavoro, possiamo sicuramente affermare che nel Mezzogiorno del nostro paese quasi la metà dei giovani e delle donne non trova un lavoro o ha rinunciato a cercarlo», ha aggiunto la leader della Cgil In un passaggio della relazione al direttivo del sindacato di Corso d'Italia.

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Cisl, giovani e donne vera emergenza del nostro paese
Sui giovani e le donne si sofferma anche il commento della Cisl. «I dati forniti dall'Istat confermano che sono prioprie queste categorie la vera emergenza del nostro Paese», dichiara il segretario confederale Liliana Ocmin. «Ecco perchè la Cisl - sottolinea Ocmin - ritiene prioritario porre al centro dell'agenda politica la questione giovani come anche donne e Sud, costruendo attorno a tale obiettivo una strategia partecipativa e un confronto pragmatico tra tutte le forze sane del Paese. Bisogna dare vita nello specifico a politiche attive del lavoro a partire dalla formazione scolastica e universitaria, agire sul nesso formazione-lavoro, prevedendo incentivi fiscali e contributivi per le aziende che assumono al Sud. Valorizzare il talento giovanile e femminile significa dare un futuro all'Italia». Secondo il sindacalista, «l'aumento del tasso di disoccupazione giovanile come anche quello femminile - conclude Ocmin - devono spingere tutte le forze sociali e istituzionali a uno sforzo maggiore per creare nuove condizioni di ingresso e permanenza nel mercato del lavoro. Solo così sarà possibile uscire compiutamente dalla crisi e avvicinare l'Italia ai parametri europei per quanto concerne l'occupazione giovanile e femminile. Dare un futuro ai giovani è una priorità per il bene del Paese».

Uil, incentivare lavoro anche con apprendistato
Per il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, «colpisce il dato della diminuzione dell'occupazione, rispetto a pochi mesi fa, che si concentra esclusivamente nel lavoro dipendente e in quello a tempo indeterminato, segnalando che le pur relativamente poche assunzioni sono prevalentemente a termine. Per Loy si evidenzia, quindi, la necessità di attivare non solo serie ed efficaci politiche attive per chi perde il posto di lavoro, ma soprattutto azioni che incentivino le assunzioni e che consentano una stabilizzazione del lavoratore, anche se graduale, come ad esempio il contratto d'apprendistato».

Urso, campanello allarme disagio giovanile
Dall'opposizione - compresa quella nuova rappresentata da Futuro e Libertà - arrivano commenti ancora più forti. «I dati Istat - dichiara ad esempio Adolfo Urso - sono un campanello d'allarme sulla questione giovanile che non può assolutamente essere ridotta ad una questione di ordine pubblico. L'aumento della disoccupazione giovanile ed il fortissimo disagio che cresce tra le giovani generazioni per un futuro sempre più incerto non possono lasciarci indifferenti». Secondo il coordinatore nazionale di Futuro e Libertà «è assolutamente necessario realizzare le riforme che servono ai giovani, dal welfare alle liberalizzazioni, e investire in cultura, formazione, ricerca e innovazione, cioè sul futuro del Paese. La linea è quella indicata con grande saggezza e responsabilità dal Presidente della Repubblica: la politica ascolti ed agisca»

Damiano: dati allarmanti, Sacconi ammetta il suo fallimento
Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera, è ancora più tranchant: «La politica del lasciar fare portata avanti dal governo Berlusconi ha fatto raggiungere un altro record al nostro Paese: l'Istat oggi certifica che la disoccupazione ha toccato un livello mai raggiunto dal 2004», ha detto . «Adesso il ministro Sacconi ci risparmi interpretazioni surreali di questi dati e prenda atto, piuttosto, del fallimento del suo governo. In particolare desta allarme il dato della disoccupazione giovanile. Ai giovani non mancano motivi per manifestare, nel rispetto della legge; hanno diritto ad un futuro dignitoso e il governo li deve ascoltare. Ma la destra che pensa solo a tirare a campare giorno per giorno, dovrebbe convincersi che si rende necessario far cambiare rapidamente strada alle politiche dell'Esecutivo sul mercato del lavoro: anzichè ampliare le flessibilità e, di conseguenza, la precarietà del lavoro, si renderebbe necessario far costare di meno il lavoro a tempo indeterminato - ha concluso - con appositi incentivi alle imprese».

Borghesi (Idv), governo non può più far finta di niente
Un invito al Governo a correre immediatamente ai ripari arriva dal vicecapogruppo dell'Italia dei valori alla Camera, Antonio Borghesi: «La situazione economica del paese é sempre più grave. il governo non può più far finta di niente». Secondo Borghesi il quadro che fornisce oggi l'istat «é drammatico». È la fotografia di una «società in fase di decadenza, disoccupazione giovanile in salita, aumento degli inattivi dovuto allo scoraggiamento e alla rinuncia della ricerca di un impiego: sono segnali allarmanti, che si vanno ad aggiungere a dati di per sé gravissimi: si sono già persi 600 mila posti di lavoro e si ha la certezza che se ne perderanno altri 550 mila. tutto questo non accennerà a rientrare se il governo non interviene immediatamente con un pacchetto di riforme per la crescita».

I consumatori chiedono detassazione per le famiglie e investimenti per le imprese
Per i consumatori i dati Istat sulla disoccupazione dovrebbero far riflettere. Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef sostengono che sia «ormai improrogabile un determinato intervento teso a rilanciare il Paese attraverso una detassazione per le famiglie a reddito fisso, di almeno 1200 Euro annui e un piano di rilancio degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, indispensabile per l'occupazione e per la competitività sul piano internazionale»

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