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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2010 alle ore 06:39.
Servirà ancora un mese per definire il futuro di Termini Imerese. L'incontro che si è svolto ieri al ministero dello Sviluppo economico ha consentito di compiere passi avanti e l'accordo di programma per l'area dovrebbe arrivare per la metà di gennaio. Rispetto alle previsioni iniziali, lo scenario per il dopo Fiat potrebbe essere anche più confortante, con il via libera a tutti i sette progetti finiti nella short list dell'advisor Invitalia, più di quelli ipotizzati.
«Tutti i progetti in lizza sono compatibili con il territorio, l'uno non esclude l'altro» commenta il ministro Paolo Romani parlando di un impatto di 3.340 dipendenti. Due quelli che rientrano nell'automotive: i suv di lusso dell'imprenditore Gian Maria Rossignolo e l'auto elettrica della Cape Rev promossa dal finanziere Simone Cimino. A Rossignolo andrebbe lo stabilimento Fiat, a Cape la superficie dello stabilimento Magneti Marelli, mentre gli altri imprenditori sarebbero ubicati tra il porto e la zona industriale: Ciccolella (florovivaistica), Einstein multimedia (studi tv), Biogen (stoccaggio biomasse per energia elettrica), Lima Corporate (protesi ortopediche) e Newcoop (gdo e logistica).
Saranno adesso determinanti i contributi pubblici e le condizioni alle quali Fiat lascerà il sito. «Tempo fa – ricorda l'assessore siciliano alle Attività produttive Marco Venturi – si era ipotizzata una cessione simbolica al costo di un euro. Credo che quest'aspetto sia il discrimine per il prosieguo delle trattative». Nell'incontro di ieri non si è entrati nei dettagli, ma Paolo Rebaudengo, responsabile relazioni industriali Fiat, ha confermato l'«assoluta disponibilità a mettere a disposizione le aree alle imprese che subentreranno. La condizione – ha sottolineato – è l'assoluta priorità che si darà all'occupazione». Ottimista il presidente della Regione, Raffaele Lombardo: «La Fiat ha comunicato che lascerà lo stabilimento e l'accordo dettagliato dovrà prevedere tempi e unità lavorative impiegate».
Se tutti i 7 potenziali investitori confermeranno i progetti, si arriverà a 3.340 occupati mentre oggi a Termini Imerese – spiega Domenico Arcuri, a.d. dell'advisor Invitalia – «sono 1.617, a cui si aggiungono 300 occupati circa nell'indotto diretto e altri 300 circa nell'indotto indiretto». Il ministro Romani ha chiarito che i nuovi progetti saranno avviati l'anno prossimo e ci sarà quindi continuità tra il disimpegno di Fiat, che lascerà a fine 2011, e l'inizio delle nuove produzioni. Nell'area si prevedono investimenti per un miliardo e 60 milioni, con un fabbisogno di aiuti pubblici dichiarato dalle aziende di 184 milioni. «Nell'accordo di programma – spiega Arcuri – potranno esserci contributi in conto capitale e conto interesse, per la ricerca e forse crediti d'imposta. Oltre ad aiuti regionali per l'assunzione e la formazione».