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Economia Politica economica

Tremonti ai ministeri: rigore sulla spesa

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2010 alle ore 08:15.

Per superare la crisi finanziaria senza perdere il controllo sui conti pubblici il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, torna a raccomandare a tutti i ministeri e alle amministrazioni centrali una «oculata riduzione degli stanziamenti per spese diverse da quelle obbligatorie e inderogabili».
L'occasione è la tradizionale circolare predisposta dalla Ragioneria generale (28 pagine e un corposo allegato) in vista della preparazione dei bilanci di previsione per il 2011 di ogni amministrazione. Un momento di programmazione contabile in cui si dovranno rispettare al millimetro tutte le nuove misure "taglia costi" che entrano in vigore da gennaio (contenute nel Dl 78 dell'estate scorsa) e che si sommano agli altri interventi sulla spesa varati all'inizio della legislatura (legge 133/2008). Il vademecum per i responsabili del bilancio dei ministeri riassume punto per punto la principali misure contenute nel decreto e i cui effetti, previsti nel prossimo triennio, dovranno garantire una riduzione della spesa al netto degli interessi sul debito del 3,5%, dal 47,3% del 2010 al 43,8% del 2013.

L'elencazione parte dai tagli sui gettoni per i rappresentanti degli organi collegiali e le consulenze per arrivare alle spese per le relazioni pubbliche e i convegni, le sponsorizzazioni e le missioni. Oltre a indicare i tetti di spesa per ogni voce (le spese per missione, per esempio, non possono superare il 50% di quanto erogato nel 2009, con esclusione delle Forze armate, la polizia e i vigili del fuoco) la circolare puntualizza le indicazioni per la predisposizione del bilancio e ricorda la responsabilità erariale e gli illeciti disciplinari in cui si incappa in caso di non rispetto della norma.

In termini quantitativi la parte del leone la fanno le misure sul pubblico impiego che spaziano dal blocco del rinnovo dei contratti a quello delle progressioni di carriera e del turn over, con la possibilità, tranne qualche eccezione, di assumere nuovi addetti con il limite del 20% sui pensionamenti.

Da rispettare anche i vincoli di spesa per la manutenzione degli immobili utilizzati dalla Pa (non oltre il 2% del valore dello stabile) e per le auto di servizio, sulle quali il tetto di spesa è fissato all'80% di quella sostenuta nel 2009. Secondo una stima del ministero della Pa e l'Innovazione nel periodo 2008-2013 i risparmi garantiti dalle amministrazioni con le due manovre correttive ammonta a 62 miliardi; oltre il 4% della spesa annuale per personale e consumi intermedi.

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Tags Correlati: Antonio Borghesi | Camera dei deputati | Forze Armate | Francesco Boccia | Giulio Tremonti | Idv | Italo Bocchino | Maurizio Gasparri | Pd | PDL | Pubblica amministrazione |

 

La diffusione della circolare ha provocato una serie di commenti politici. Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del gruppo del Pd alla Camera, ha auspicato che il testo non preluda a una nuova manovra correttiva: «in ogni caso – ha affermato – si tratta di una conferma che il rigore finora millantato non ha funzionato». Mentre per Antonio Borghesi (Idv) il problema non è invitare i ministeri a tagliare la spesa ma «farlo realmente». Tremonti ha già dimostrato grandi capacità nel contenimento della spesa «ma la vera sfida per l'Italia - dice invece Italo Bocchino di Fli - è il rilancio dello sviluppo su cui il governo non sta investendo». A condividere l'impostazione del ministro dell'Economia è il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che commenta: «Tremonti gode del sostegno convinto del Pdl».

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