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Economia Aziende

Dalle promozioni 5,7 miliardi di risparmi

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2010 alle ore 06:40.


MILANO
Quasi 5,7 miliardi di euro, il 10,8% in più rispetto all'anno precedente: tanto hanno risparmiato gli italiani facendo la spesa nei super e ipermercati grazie alle promozioni che, secondo un calcolo di Federdistribuzione, hanno riguardato il 25,5% delle vendite totali del largo consumo confezionato (56 miliardi di euro nel 2010), con uno sconto medio del 28,5% ma che ha raggiunto il 40% nel 15% dei casi. La pressione promozionale ha continuato a salire nel 2010, dopo un 2009 all'insegna dei tagli selvaggi dei prezzi con una quota del 23,3% (pari a 11,7 miliardi) delle vendite totali, così come il risparmio per le famiglie, secondo le rilevazioni SymphonyIri Group. Il che significa, meno introiti per i produttori e per le grandi catene della distribuzione che lamentano marginalità sempre più risicate.
«Nel 2010 un quarto delle vendite sono state effettuate con promozioni – spiega Angelo Massaro, amministratore delegato di SymphonyIri Group –, la pressione è salita di anno in anno così come lo sconto medio, ma è calata l'efficacia dal 106,9% di due anni fa al 100,7%. Le aziende, dall'industria al trade, pagano questi sconti rinunciando ai loro margini, a beneficio delle famiglie, ma i consumi non crescono: i consumatori hanno meno disponibilità economica, sono meno propensi a fare scorte perché hanno capito che le promozioni sono tante e frequenti. Per questo si prevede che l'efficacia scenderà ancora». La corsa alle promozioni ha un impatto sul prezzo delle vendite al pubblico del largo consumo confezionato che sono in fase deflattiva (-0,6% il preconsuntivo 2010 secondo SymphonyIri Group), «ma per il 2011, con l'aumento previsto delle materie prime – aggiunge Massaro –, i prezzi dovrebbero salire dello 0,6%, ma i volumi non cresceranno. A questo punto emerge la necessità di un forte rientro della pressione promozionale perché siamo arrivati a livelli insostenibili».
Dello stesso parere è Paolo Barberini, presidente di Federdistribuzione: «La pressione promozionale di quest'anno è stata altissima. Sono sedici mesi che abbiamo i prezzi in discesa. Facciamo sconti che ci dividiamo con i produttori, ma vendere a queste condizioni significa ridurre i margini. Questo processo si deve fermare perché sta diventando insostenibile, ma i tempi non sono maturi e nel 2011 la pressione continuerà perché adesso, senza promozioni, le vendite ne risentirebbero. Tuttavia, come siamo arrivati a questa forte pressione promozionale, lentamente dovremo tornare indietro, tornando a dare il giusto prezzo e il giusto valore alle cose, sperando anche che nel frattempo i consumi inizino a riprendersi».

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Tags Correlati: Angelo Massaro | Conad | Consumatori | Coop Italia | Federdistribuzione | Gabriele Villa | Roberto Bucaneve | Vincenzo Tassinari

 

Secondo Roberto Bucaneve, direttore del Centro studi di Centromarca, «la forte pressione promozionale che ha caratterizzato il 2010 dimostra che industrie e distributori stanno molto attenti alle difficoltà dei consumatori e nel 2010 si sono fatti carico delle promozioni. Ma gli investimenti in questa direzione non riescono a stimolare i consumi. Il risultato di tutto questo è un appiattimento dell'offerta: si guarda ai prezzi e non ai prodotti. Ma mentre c'è forte concorrenza nel nostro settore continuano a salire i prezzi dei comparti protetti, come tariffe e servizi. Per sostenere i consumi e rilanciare la spesa delle famiglie più che puntare sulle promozioni bisogna puntare sulle liberalizzazione».
Le promozioni sono il grande malato secondo Gabriele Villa, direttore commerciale di Esselunga: «C'è una crisi che ha accelerato una serie di tendenze già in atto: ha cambiato gli stili di consumo e le promozioni fanno parte di questo cambiamento. Il carrello della spesa continua a impoverirsi. Manterremo costante la pressione promozionale come l'anno passato su tutte le categorie di base». Contrario al fatto che le promozioni perdono efficacia si dichiara Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia. «Chi va meglio tra i distributori ha una forte promozionalità del 25-30% il che confuta la teoria che scende l'efficacia delle promozioni. Dove servono bisogna farle, ma bisogna cercare percorsi nuovi perché è vero che sta diventando un elemento indistintivo». Camillo De Berardinis, amministratore delegato di Conad spiega che l'incidenza delle promozioni al sud è più elevata. «Per Conad – afferma – una quota rilevante degli sconti viene effettuata sulla marca commerciale che è tutta a carico nostro. Manteniamo alta la pressione sulla marca privata, più o meno sui livelli di quella industriale».
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