Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2011 alle ore 09:25.
In ballo non c'è solo la scommessa di una cena con il figlio del premio Nobel per la chimica, Giuseppe Natta, ma un'innovazione che può essere decisiva per affrontare due problemi-chiave delle società moderne: fonti energetiche sempre più scarse, e smaltimento dei rifiuti che l'umanità produce in quantità crescenti.
Perciò a Sandro Buzzi, presidente di uno dei principali gruppi cementieri europei, brillano gli occhi quando parla del "suo" carbonverde o CBV, nome che lui stesso ha coniato per indicare il nuovo combustibile ottenuto dai rifiuti indifferenziati per alimentare i forni delle cementerie e le centrali termoelettriche. Macinata fino a diventare come coriandoli, la spazzatura - che continua a ferire tutto il paese con le immagini di Napoli - ha un potenziale energetico pari a 14 milioni di tonnellate di petrolio e può trasformarsi in una risorsa per l'industria ma anche per gli enti locali, che potranno evitare impossibili discariche riducendo i costi della gestione dei rifiuti. Ingegno italiano, ma con tecnologia tedesca: per la microfrantumazione Buzzi utilizza una macchina prodotta a Lipsia, nata per demolire elettrodomestici.