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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2011 alle ore 09:20.
Con una situazione economica e finanziaria più solida di quanto gli investitori immaginano e di quanto viene riflesso dagli spread tra i BTp-Bund e dai credit default swap, l'Italia non è un paese rischioso. La percezione negativa è dovuta alle complicazioni della vita politica, la crescita debole, l'alto livello del debito pubblico e il problema del Sud. Ma i punti di forza sono numerosi: l'industria ha migliorato i prodotti e le esportazioni vanno bene.
I conti pubblici si tengono abbastanza in equilibrio, il debito dei privati è basso. La quota dei detentori esteri di titoli di stato è tra le più basse in Eurolandia: una fetta significativa del debito è in mano agli italiani e questo preserva il paese da attacchi speculativi. Il sistema bancario è solido: le banche detengono pochissimi titoli di stato spagnoli, greci, portoghesi e irlandesi a differenza di altri istituti europei. Non tutto è perfetto in Italia: la crescita potenziale è debole e la produttività ristagna, lo stato è inefficiente e invasivo. Ma tutto considerato, per noi l'Italia è un veicolo d'investimento solido.