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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2011 alle ore 09:20.
Il Pil si espanderà quest'anno dell'1,1%, sostenuto dalle esportazioni e dagli investimenti (+2,4% contro il 2,9% del 2010), frenati comunque dalla fine delle agevolazioni della Tremonti-ter. I consumi rimarranno anemici, a causa di un mercato del lavoro ancora debole: il calo del tasso di disoccupazione dovrebbe iniziare a materializzarsi solo dalla seconda metà dell'anno. La crisi politica non rappresenta una minaccia per il rating dell'Italia: la politica del rigore fiscale non è in discussione e i conti pubblici italiani sono molto più solidi di quelli dei paesi periferici.
Prevediamo un deficit al 4,3% quest'anno e al 3,3% nel 2012. Il debito dovrebbe tornare a scendere nel 2012: una tendenza importante per il mantenimento del rating. Una politica fiscale credibile (Tremonti potrebbe rimanere a guardia dei conti pubblici in qualsiasi scenario futuro politico) resta abbinata a solidi fondamentali macroeconomici e bancari. I rischi potrebbero però venire dall'esterno: il contagio della Spagna potrebbe provocare un'escalation della crisi del debito sovrano europeo.