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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2011 alle ore 08:14.
ROMA
Nessuno stato di allerta in Italia, per ora. Anche se l'attenzione deve restare alta. E non a caso ministero della Salute, Nuclei antisofisticazioni dei Carabinieri e regioni, dopo la contaminazione da diossina annunciata nei giorni scorsi in Germania, hanno già fatto scattare un doppio filtro e controlli per garantire la massima sicurezza di latte, uova e carni suine.
Il ministro, Ferruccio Fazio, ha spiegato che da quel paese è stata importata «una quantità di uova limitate, ma grazie all'etichettatura è possibile rintracciarle guardando il marchio di produzione e provenienza». Una rassicurazione per i consumatori che ha anche richiamato l'attenzione della Commissione europea. «Bruxelles attende di essere informata ufficialmente dall'Italia – ha riferito ieri il portavoce del responsabile della Salute Ue, John Dalli – perché il sistema della tracciabilità è proprio su questo interscambio di informazioni che funziona».
Per quanto riguarda il latte, il ministro Fazio ha detto che è stata inviata una lettera ai produttori italiani che importano dalla Germania, ricordando di effettuare controlli per la diossina. Intanto Nas e regioni procederanno con test a campione in tutta Italia. Le modalità dei controlli saranno definite giovedì prossimo, a Roma, in una riunione con i tecnici che martedì e mercoledì avranno partecipato nel frattempo a un incontro a Bruxelles.
Le associazioni di categoria monitorano il caso diossina scoppiato in Germania, rassicurando a loro volta operatori e consumatori. «Le nostre aziende sono già state avvisate e stanno rafforzando i sistemi di controllo – riferisce Assolatte, in rappresentanza delle imprese casearie – Ora aspettiamo l'esito delle riunioni dei prossimi giorni per recepire le disposizioni delle autorità competenti in materia».
Insomma, niente allarmismi. Senza dimenticare però che l'Italia importa annualmente 1,5 milioni di tonnellate di latte, di cui circa il 40% arriva proprio dalla Germania.
Dai Länder tedeschi entrano annualmente sul nostro mercato anche intorno alle 300mila tonnellate di animali vivi e carni, su un totale d'import di circa un milione di tonnellate. «Nessun problema, siamo molto tranquilli – assicura Davide Calderone, veterinario e vicedirettore di Assica (Associazione industriali delle carni) –. I controlli del ministero e delle aziende sono molto accurati. E comunque eventuali contaminazioni da diossina nei mangimi, come è avvenuto in questo caso in Germania, è praticamente impossibile che si trasferiscano nelle carni, ci sarebbero tempi di diluizione che potrebbero far rilevare tracce di quella sostanza tossica nell'ordine di qualche picogrammo».