Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2011 alle ore 06:40.
PAGINA A CURA DI
Francesca Barbieri
«Investire sui giovani, chiamarli a fare la propria parte e dare loro adeguate opportunità». Le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel discorso di fine anno sono state chiare, dirette in primis a quanti hanno maggiori responsabilità nella politica e nelle istituzioni. Del resto le statistiche più recenti non offrono spiragli: l'Istat venerdì scorso ha registrato che il tasso di disoccupazione giovanile a novembre è salito al 28,9% (+0,9% su ottobre e +2,4% su novembre 2009), il più elevato da gennaio 2004.
Se nell'agenda del nuovo anno del governo è fissato già per questa settimana l'incontro tra i ministri Sacconi, Gelmini e Meloni per fare il punto sul piano Italia 2020, sul territorio il 2011 vedrà il debutto di nuove misure regionali, tra luci e ombre. Difficile quantificare il budget totale a disposizione perché ogni regione ha fissato programmi di spesa secondo regole autonome e su orizzonti temporali differenti: una stima prudente quantifica tra 900 milioni e un miliardo la dote per i giovani su un arco triennale.
I riflettori sono puntati sulla Toscana, dove il governatore Enrico Rossi ha annunciato un piano da 300 milioni di euro per le nuove leve, e sulla Puglia, dove tra due giorni Nichi Vendola illustrerà il suo piano per il lavoro.
Nuove misure al via anche in Campania ed Emilia Romagna, mentre il Piemonte punta a rifinanziarne alcune già varate nel 2009. Le note dolenti però non mancano: in Lombardia e Veneto il rigore delle leggi finanziarie regionali ha tagliato il budget degli assessorati al lavoro e ci sono anche iniziative "stonate" come quella della Regione Sicilia (si veda il Sole 24 Ore del 5 gennaio) che ha pubblicato un nuovo bando per offrire un impiego annuale a 8.400 stagisti, scatenando una pioggia di polemiche per l'ennesima misura che crea precari.
È proprio sul territorio che si gioca la partita del lavoro per i giovani, con maggiori o minori chance di successo a seconda della regione di residenza. Il centro studi Datagiovani ha tratteggiato una cartina dell'Italia (si veda a lato) dove le "isole felici" per gli under 35 sono Molise, Marche e Friuli Venezia Giulia, mentre le situazioni più critiche si registrano in Basilicata, Toscana ed Emilia Romagna. Una fotografia frutto dell'analisi del mercato del lavoro 2010 rispetto al 2009 che ha preso in esame tassi di disoccupazione e occupazione, incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale, quota di precari e retribuzione media dei lavoratori dipendenti.