Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 17:34.
Chiude l'Isae, ma continueranno ad essere prodotte le inchieste mensili sul clima di fiducia. Sotto l'egida dell'Istat. Dopo le decisioni assunte con la Manovra di giugno, che scatenarono le proteste dei ricercatori e l'occupazione della sede, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha firmato, prima di Natale, il decreto per la soppressione dell'Istituto e il trasferimento dei cento lavoratori Isae, a partire dal primo gennaio: 52 sono passati all'Istat (di cui sette con contratti a tempo determinato) e 48 tra tecnici e amministrativi al ministero dell'Economia.
Via Majocchi e Ghessi
Via il presidente Alberto Majocchi, in carica dal 2003, e il direttore generale Giuseppe Ghessi. Secondo le indicazioni raccolte da Radiocor, il primo rilascio dell'inchiesta sulla fiducia targata Istat è previsto a fine mese, il 28 gennaio. E potrebbe essere ancora l'Istituto nazionale di statistica a farsi carico delle previsioni che l'Isae elaborava su produzione industriale, inflazio ne, occupazione, ma anche dell'Euro-Zone Economic Outlook, prodotto insieme all'Ifo tedesco e all'Insee francese. Giornalisti e osservatori, invece, dovranno con ogni probabilità dire addio alle Note mensili che analizzavano gli aspetti più interessanti della politica economica (scuola, ricerca, lavoro, imprese, credito), ma soprattutto ai Rapporti sull'economia italiana e sulla finanza pubblica, con le stime indipendenti elaborate dagli economisti Isae. I risparmi ottenuti ammontano a poco più di 135mila euro; il Tesoro acquisisce anche i beni patrimoniali dell'istituto.