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I repubblicani Usa non sono più i falchi del deficit. Chi poteva prevederlo?

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 18:46.

Il consiglio editoriale del «Washington Post» è rimasto scioccato (già, scioccato) nello scoprire che la maggioranza repubblicana entrante al Congresso Usa non è preoccupata per la riduzione del deficit. «A sentire la loro retorica promettono una nuova sobrietà fiscale e a leggere le misure in programma si capisce come siano determinati a perseguire l'insostenibile politica dei tagli fiscali» aveva scritto il quotidiano nel suo editoriale del 2 gennaio.

Credo che per "sobrietà fiscale" il «Post» intendesse una politica repubblicana che di fatto ha bisogno di legislatori per compensare ogni nuova spesa tagliando su altri programmi o aumentando le entrate, ma senza aumentare le tasse. Naturalmente il «Post» aveva sostenuto l'accordo stretto da Obama con i Repubblicani alla fine del 2010 per estendere gli sgravi fiscali dell'era Bush a tutti gli americani (che comporta una perdita di 3.9 miliardi di dollari in dieci anni secondo il Tesoro americano) e nel suo editoriale del 23 dicembre scorso l'aveva definito una conquista «da festeggiare». Non è nemmeno passato un mese e la conquista da festeggiare è diventata l'insostenibile politica dei tagli fiscali.
Stavo per essere mordace, ma la faccenda è alquanto seria: l'ingenuità di gran parte dei mezzi d'informazione americani sulla questione è imbarazzante. L'incapacità di vedere la vacuità delle dichiarazioni repubblicane in materia di responsabilità fiscale è indice di negligenza giornalistica.

È dagli anni 80 che i repubblicani sono il partito dell'irresponsabilità fiscale. E a dimostrazione che i tagli fiscali ingiustificati fossero diventati parte del loro DNA, l'amministrazione Bush aveva persino convinto il Congresso a varare la prima ondata di tagli nel 2001. Poi è arrivato un presidente democratico che si è ritrovato con due anni di deficit sulla scia di una grave crisi finanziaria – un momento in cui è del tutto plausibile che un governo sia in disavanzo. I repubblicani hanno cominciato a lanciare allarmismi sui pericoli dei conti in rosso (ravvedetevi o vi ritroverete come la Grecia!) e, cosa da non credere, i mezzi d'informazione li hanno presi alla lettera. I deputati repubblicani più importanti hanno persino cominciato a dire che nonostante la gravità del disavanzo, non c'era ancora bisogno di controbilanciare il costo dei tagli fiscali. E dire che erano stati definiti i falchi del deficit. La cosa ha davvero dell'incredibile.

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Tags Correlati: Bush | Ministero del Tesoro | Politica | Pubblica Amministrazione |

 

Perché giornalisti e opinionisti sono stati così ciechi? Ho il sospetto che dipenda dal desiderio di sembrare neutrali. Per dimostrare la loro imparzialità e apertura, hanno pensato bene di dover trovare degli eroi del fisco repubblicani. Scrivere che l'intero dibattito sul disavanzo altro non era che una manovra politica, del tutto inconsistente, sarebbe suonato un tantino stridente. Ma la verità fa spesso quell'effetto.

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